Solo pochi mesi orsono, precisamente il 29.10.24, la Suprema Corte di Cassazione (LEGGI QUI), in accoglimento delle articolate ragioni giuridiche rappresentate dagli avvocati Dario Vannetiello del Foro di Napoli e dall’avv. Ettore Aversano del Foro di Roma, aveva annullato la sentenza di condanna emessa nei confronti di Morabito Antonio dalla Corte di appello di Reggio Calabria in data 12.10.2023, disponendo un nuovo giudizio innanzi ad un collegio “calabrese” diversamente composto.
L'accusa mossa a Morabito era quella di essere un uomo di vertice della criminalità organizzata reggina, attraverso una consolidata sinergia tra le articolazioni di Mandamento di Reggio centro in particolare, delle articolazioni territoriali denominate cosca Libri, cosca De Stefano – Tegano- Molinetti, cosca Condello, cosca Barreca.
Inoltre, la Direzione Distrettuale Antimafia lo riteneva anello di congiunzione tra gli esponenti delle articolazioni Ficara – Latella ed i vertici della cosca De Stefano.
Tali accuse portarono in data 12.07.2022 il Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria a condannarlo alla pena di 16 anni di reclusione, per il delitto di associazione di tipo mafioso con ruolo verticistico, nonché per il delitto di incendio e di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le prove a carico erano rappresentate, tra l’altro, dalle dichiarazioni di ben 4 collaboratori di giustizia: Filocamo Antonino, Filocamo Daniele, De Carlo e Liuzzo.
Oggi si è concluso il giudizio di rinvio con un ridimensionamento delle accuse.
Infatti Morabito è stato assolto dal più grave delitto di partecipazione alla associazione mafiosa ed è stato condannato alla pena di anni 5 e mesi 4 di reclusione per i soli delitti di tentata estorsione, incendio e danneggiamento.
Non solo.
È stata accolta anche la ulteriore ed importante richiesta, formulata dagli avvocati Aversano e Vannetiello, di revocare la confisca degli ingenti beni a suo tempo sequestrati, tra cui la azienda F.lli Morabito, operante nel settore dolciario, settore nel quale la predetta società, secondo la ipotesi accusatoria, si sarebbe imposta grazie alla caratura criminale del proprio rappresentante.
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