Negli ultimi giorni i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla locale Procura Della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio di un commercialista di Melito di Porto Salvo, avente un valore complessivo stimato di 1,9 milioni di euro, contiguo alla cosca di ‘ndrangheta dei “Iamonte”, operativa nell’area grecanica.
L’attività trae origine dal progetto denominato “Pecunia 2”, elaborato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (S.C.I.C.O.), con il quale si è voluto perseguire la finalità di orientare l’azione investigativa verso quei contesti di criminalità organizzata connotati da concreti ed immediati profili di rischio, rafforzando e rendendo sistematico lo sviluppo delle investigazioni economico- patrimoniali.
Il sequestro di prevenzione ha riguardato 7 fabbricati intestati al professionista e ai suoi familiari, tutti ubicati nella sopra citata cittadina ionica.
Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato dal Tribunale di Reggio Calabria, ai sensi dell’art. 20 del D.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato sulla base delle indagini di natura economico-patrimoniale dei finanzieri della Compagnia di Melito di Porto Salvo, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al professionista e la sproporzione tra i redditi dichiarati e le spese effettuate.
L’attività eseguita dai finanzieri ha fatto emergere, oltre alla pericolosità sociale del soggetto - già condannato per i reati di associazione di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni - una considerevole sperequazione tra entrate ed uscite, a seguito della quale ogni acquisizione patrimoniale avvenuta nel periodo di pericolosità del commercialista è stata ritenuta ingiustificata ed ha permesso alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria di disporre - allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità - il sequestro del suo patrimonio, ora affidato all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
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