Afifi Mostafà, il trentanovenne venditore ambulante di nazionalità marocchina rinvenuto cadavere ieri nella propria abitazione nel centro storico di Reggio Calabria, potrebbe essere deceduto a causa di alcune ferite da taglio che gli inquirenti hanno notato sul suo corpo. Afifi Mostafà, incensurato e in possesso di partita Iva, spiegano gli inquirenti, “non aveva finora mai dato problemi”. I carabinieri hanno scoperto il suo cadavere dopo una segnalazione ed hanno dovuto forzare la porta d’ingresso per introdursi nell’appartamento, che risultava chiuso dall’interno. Occorrerà dunque attendere l’esito dell’esame autoptico per definire meglio il quadro indiziario, anche se l’arma che ha provocato le ferite sul corpo dello sfortunato venditore ambulante sarebbe un normale coltello da cucina. La Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri, sta affinando le ipotesi investigative. Qualcosa si definirà dopo l'esito delle analisi medico-legali, in particolare della prova tossicologica, per verificare le condizioni fisiche dell’extracomunitario al momento del decesso. I carabinieri, inoltre, stanno ricostruendo tutti i contatti di Afifi Mostafà avuti nei giorni precedenti il decesso, interrogando alcuni suoi conoscenti, membri della vasta comunità marocchina residente a Reggio Calabria, per verificare che la morte dell’ambulante non sia stata causata per un’aggressione subita da parte di qualcuno al momento sconosciuto.
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