È stato assolto il quarantunenne Matteo Iannò accusato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La sentenza è arrivata oggi con il gip Francesco Campagna che ha accolto la richiesta degli avvocati Francesco Calabrese e Pasquale Reitano, difensori di Iannò. Quest'ultimo era stato arrestato nel settembre 2019 perché, stando alle indagini della squadra mobile, avrebbe inviato una missiva anonima alla titolare di un negozio di parrucchiere.
Una lettera "recante - scrivono i magistrati - il messaggio intimidatorio: 'Ci devi dare 1000 euro al mese per i carcerati. Senno? Ti bruciamo tutto'". La Procura, inoltre, aveva accertato i rapporti di Iannò con "soggetti appartenenti alle famiglie Tegano e De Stefano".
Stando alle indagini della squadra mobile, tra le impronte trovate sulla busta ce n'era una dell'imputato il quale si è difeso sostenendo che quella traccia potesse collegarsi allo svolgimento in nero dell'attività di vendita di prodotti di cartoleria. Tesi che è stata sostenuta in aula anche dai due legali Calabrese e Reitano e che, evidentemente, è stata considerata attendibile dal giudice.
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