Ha deciso di adire la Corte Europea di Strasburgo un’impresa di servizi di prodotti medicali presso le pubbliche amministrazioni, con sede a Reggio Calabria, con il patrocinio dell’avv. Giuseppe Pitaro del foro di Catanzaro.
Non intende rassegnarsi infatti, il titolare dell’impresa a un atto che, a suo dire, costituisce una vera e propria ingiustizia nei confronti della sua azienda e della sua reputazione morale e professionale. L’impresa aveva già adito sia il T.A.R. che il Consiglio di Stato, ma con esito negativo.
I due gradi di giudizio avevano ritenuto che la mera affinità del titolare dell’azienda con soggetti controindicati fosse elemento giuridicamente sufficiente per rigettare i ricorsi avverso i provvedimenti prefettizi interdittivi.
La tesi sostenuta dall’avv. Giuseppe Pitaro si fonda sul presupposto che materie altamente delicate e sensibili, come i provvedimenti interdittivi, che colpiscono la libertà e il diritto d’impresa dei soggetti, non possano essere rimesse a valutazioni tipicamente discrezionali delle Prefetture senza una precisa e tassativa indicazione giuridico-normativa, così come prescrive la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ora, la decisione spetterà alla Corte Europea di Strasburgo.
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