Regionali. Di Lieto: "E' l’occasione giusta per liberare questa terra da mendicanti di voti e da predoni affamati"

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images Regionali. Di Lieto: "E' l’occasione giusta per liberare questa terra da mendicanti di voti e da predoni affamati"
Francesco Di Lieto
  10 settembre 2021 13:28

di FRANCESCO DI LIETO

Ad aprile del 2013 nasceva il governo Letta, frutto dell’accordo tra il PD e Forza Italia.
Per non dimenticare ecco alcuni dei principali protagonisti di quella pagina epica del nostro paese: Presidente del consiglio Enrico Letta (nipote d’arte), Ministro degli Interni Angelino Alfano (che assumerà anche il ruolo di vicepresidente del Consiglio, proprio a suggellare l’amore sbocciato tra centrosinistra e centrodestra), agli Esteri Emma Bonino, alle Infrastrutture e ai Trasporti Maurizio Lupi (quello dei Rolex), all’Agricoltura Nunzia De Girolamo (coniugata Boccia), all’Ambiente Andrea Orlando ed alla Salute Beatrice Lorenzin.

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A distanza di qualche anno alla guida del paese c’è il governo Draghi che, incredibilmente, è riuscito ad andare oltre quell’amore, fino a farlo diventare qualcosa di più simile ad un’orgia.
Stanno tutti insieme appassionatamente: Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega - Salvini Premier, Italia Viva, Articolo Uno ma anche Centro Democratico, +Europa, Noi con l’Italia, Coraggio Italia, SVP, PATT e CpE, Azione, MAIE, USEI, Unione di Centro, Sicilia Futura, Partito Socialista Italiano, Nuovo PSI e Partito Pensionati, Moderati, Partito Sardo d’Azione, Noi Campani e Facciamo Eco".

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Altro che maggioranza Bulgara, una folla avvinghiata nell’estasi d’amore.

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In questi giorni quasi tutti i leader nazionali di questo simpatico minestrone, tenuto insieme dall’odore del danaro, scendono, in maniera del tutto disinteressata, in Calabria (proprio come un’orda barbarica) ad arringare le folle fingendo di farsi la guerra.
Fingono, perché in realtà hanno già deciso (incassando il benestare anche di Fratelli d’Italia) che la provincia più insignificante dell’impero (Giorgetti docet) debba essere assegnata a Forza Italia.
Occhiuto un piccolo Draghi.


A ben vedere Occhiuto-Bruni-Oliverio non sono altro che tre candidati espressione della maggioranza che sostiene questo governo.
Pertanto, oltre le pagliacciate ad uso e consumo delle telecamere, big e gregari evitano eviteranno accuratamente di darsi fastidio.
Soltanto una inutile ed avvilente farsa ed un assordante rumore di nulla.
Non a caso, per evitare terribili sorprese, il centrosinistra, quale pegno d’amore, ha scelto una sconcertata vittima sacrificale.
Quest’ultima, infatti, prima di accettare il calvario ha candidamente ammesso di essersi consultata con due monumenti calabri: Loiero e Oliverio.
Ovviamente Graziano e Boccia, calati in Calabria per garantire campo libero ad Occhiuto, si sono impegnati nello scegliere con cura personaggi che non possano dar fastidio e che siano dei miti e sonnacchiosi consiglieri d’opposizione.
Emblematica l’imposizione nelle liste del PD di un sindaco che appena qualche mese addietro era alacremente impegnato nel chiedere il consenso per Forza Italia…Praticamente candidati double-face. Quelli buoni per tutte le stagioni.
Un inno all’opportunismo che può sintetizzarsi nell’antico adagio: “chi va a letto con mammà la mattina lo chiamo papà”.
Historia magistra vitae.


Senza andar troppo lontano, per ricordare ai più distratti il partito unico che governa la Calabria, basta ricordare la legge regionale sui vitalizi. Noi siamo noi e voi non siete un caxxo.
Non una voce fuori dal coro. Non un sussulto di dignità.
All’unanimità hanno deciso, in meno di 90 secondi, che basta solo un giorno da consigliere per maturare il vitalizio.
Salvo poi, una volta sputtanati (in piena pandemia, mentre si chiede rigore e sacrifici, questi campioni pensavano ai vitalizi), gridare al complotto: "Mi hanno fatto firmare un documento”, “ “Ho firmato a mia insaputa”, ”Ripristineremo l’inammissibilità”…
Questi sono i protagonisti della politica calabrese. 
Possiamo anche continuare a votarli, ma questi sono.
Gente che spera nel disinteresse degli elettori per valorizzare al meglio i loro “pacchetti di voti”.
Non andare a votare finisce per far loro un favore.


E così, anche questa volta la nostra atavica indolenza, mista ad una schifata rassegnazione, rischia di portarci a subire supinamente gli accordi accordi romani, senza renderci conto che finiremo per permettere ad un personaggio come Spirlì di continuare a governare, tra “pipi e patate” ed una preghiera ed una comparsata da Barbara D’Urso, il tutto sfoggiando il suo Alberto da Giussano che, per uno nato a Taurianova, è davvero bizzarro.
Chi non ha provato quantomeno dell’imbarazzo ascoltando il Facente Funzioni, interrompere i proclami su finanziamenti e bandi regionali, per consegnare al mondo la ricetta di pipi e patate o per informarci sullo stoccafisso all’insalata.
Una parodia destinata a ripetersi.
Sembrerebbe già tutto deciso, infatti, se non fosse per quell’onda che cresce ogni giorno di più e che finirà per spazzar via, come un gigantesco tsunami, partiti, oligarchi, mangioni, massoni, mercanti di voti e delinquenti che affollano questa regione.
Un’onda che fa sempre più paura, tanto da aver fatto precipitare in Calabria tutti i big nazionali.
Quale migliore occasione per mandarli a … casa con le pive nel sacco.


Del resto, con che coraggio possiamo continuare a sostenere questi partiti ?
Ci vuole davvero fegato a continuare a sperare che votano le stesse persone, i loro parenti o amici, si possa davvero cambiare registro.
In fondo il lupo perde il pelo ma non il vizio. E che la Calabria sia una regione nelle mani di lupi famelici, è sotto gli occhi di tutti.
E’ mai possibile rimanere indifferenti dinnanzi questi professionisti dell’amicizia, che continuano senza alcuna vergogna a cambiare casacca, in quello che è diventato sempre più un volgare mercato delle vacche, utile solo a conservare la poltrona. 
L’appuntamento di ottobre è l’occasione per liberare questa terra da mendicanti di voti e da predoni affamati.
E non serve a nulla lamentarci, se poi continuiamo a votare sempre allo stesso modo.
Se non usciamo tutti dall’ambiguità che ci porta a comportarci come degli struzzi e non prendere posizione. Forse nella complice speranza di poter trarre un misero vantaggio dall’elezione dell’amico o del compare.


Per una volta facciamo in modo che la Calabria divenga davvero un modello da esportare.
Per una volta facciamo in modo che il giorno dopo il voto non ci si debba vergognare.
Non facciamoci trovare impreparati dall’onda.

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