Era tra i big venuti a supportare la campagna elettorale di Amalia Bruni: Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, oggi non sarà presente alla conferenza stampa di oggi a Catanzaro Lido per la festa regionale de l’Unità del Partito Democratico. Un problema familiare lo terrà lontano dalla Calabria ma riuscirà a collegarsi e così il programma della festa riprenderà alle 18 di oggi con un incontro su legalità e libertà.
Ieri è stato il turno di Nicola Zingaretti, ex segretario dem e governatore del Lazio da otto anni. Domani salirà sul palco del Parco Gaslini Enrico Letta, leader dei democratici e asso nella manica del Pd in una campagna elettorale che porterà i calabresi a rinnovare il Consiglio regionale il 3 e 4 ottobre.
Oltre alla vittoria di Amalia Bruni, il Pd punta a rafforzare il bottino costruito nel 2020, quando ad urne chiuse si è classificato al primo posto tra i partiti. Bene ma non benissimo visto che alla guida di Cittadella ci andò la forzista Jole Santelli. E anche per pesare le scelte che hanno portato alla individuazione dei candidati nelle liste e che da qualche parte ha portato a critiche e divisioni che rischiano di rosicchiare voti e consensi. Su tutti il più preoccupato è il commissario Graziano, intestatario delle alleanze e delle trattative elettorali.
L’aria che oggi si respira in casa dem è un po’ diversa e in agenda adesso c’è anche la competizione elettorale della prossima primavera per le amministrative di Catanzaro.
A dimostrazione del pensiero sul capoluogo, dove il centrosinistra perde costantemente dal 2006, ieri durante la festa dell’Unità si è tenuto un tavolo di confronto dal titolo “Il futuro della città”.
La campagna elettorale è al giro di boa, se ne dicono tante e la memoria ogni tanto rischia di tirare qualche sgambetto ai candidati. Ieri sotto voce i democratici facevano notare la trappola in cui è cascato Luigi de Magistris, beccata sul campo del Centro Regionale di Neurogenetica (Crn) di Lamezia Terme: a fine aprile scorso il sindaco uscente di Napoli, in una nota dettagliatissima, l’ha battezzata come “una struttura di eccellenza, che offre una sanità di prim’ordine in una terra disgraziata” e dettando persino un elenco di cosa da fare per salvare il Centro. Pochi giorni fa invece le agenzie battevano una dichiarazione: “Io un lavoro me lo sono conquistato con le mani pulite e senza compari. Amalia “Bruno Bossio” campa grazie ai finanziamenti della politica con la quale poi, guarda caso, si candida, per poi magari volersi finanziare da sola in Regione con un conflitto d’interessi davvero imbarazzante”.
E mentre la sinistra mostra le crepe della frammentarietà, il centrodestra rimane in vantaggio nei sondaggi. Se le intenzioni dei calabresi non dovessero cambiare, Occhiuto dovrebbe dormire sonni tranquilli fino al 4 ottobre. I problemi potrebbero sbucare quando il giorno dopo del voto si materializzeranno i dubbi espressi da Giorgia Meloni sul ticket Occhiuto-Spirlì, difeso apertamente da Matteo Salvini. (ed.cor).
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