"Grande rilievo nell’agenda della Regione va data alle Aree protette. Non solo per corrispondere alle sollecitazioni del Piano ambientale dell’Unione Europea (Green New Deal), ma per metterle a valore e promuovere sviluppo economico e occupazione. La Calabria con i suoi 480 mila ettari di bosco si colloca tra le regioni con più alto indice di boscosità (31,9%) ed è ai primi posti della graduatoria italiana per percentuale di territorio protetto con il 15 % dell’intera superficie regionale sottoposta a diverso regime di protezione (Parchi, Riserve, Zone umide di importanza internazionale, Oasi e Zone di protezione speciale, Siti di importanza comunitaria, ecc.), ma l’effetto-Parco, che al Centro e al Nord dà man forte alle imprese verdi e fronteggia il declino dell’entroterra, da noi non si avverte come dovrebbe". Lo afferma Francesco Pitaro candidato nella circoscrizione centro (Io Resto in Calabria) al Consiglio regionale.
"Com’è possibile salvare le aree interne della Calabria senza l’apporto incisivo e sistematico delle Aree protette che assorbono ingenti risorse pubbliche regionali, nazionali e comunitarie? Bisogna istituire con legge un Osservatorio sulle Aree protette che sia da supporto al Dipartimento Ambiente della Regione, composto da esperti, istanze imprenditoriali, universitarie ed esponenti delle associazioni che promuovono i beni ambientali, a cui affidare la redazione di un Report semestrale da cui si evinca se funzionano, quali criticità hanno e se la relazione con i territori è produttiva di risultati o se, invece, le risorse ad esse destinate sono utilizzate per la loro mera autoconservazione. Occorre chiedere al Parco della Sila, che dopo anni di commissariamento ha visto ricostituiti gli organi di governo, uno sforzo in più per la valorizzazione della montagna con un’attenzione anche per la collina; mettere fine allo scandalo del ‘fine commissariamento mai’ a cui pare essere stato condannato il Parco regionale delle Serre che, in un territorio ad alta percentuale di fuga dei giovani e di disoccupazione, deve diventare uno dei protagonisti del riscatto di un’area tra le più belle (e abbandonate) del Mezzogiorno; insistere sulla valorizzazione della Riserva Valli Cupe, la prima ‘green community’ dell’Italia del Sud com’è stata definita da Legambiente; valorizzare la Riserva marina di Isola Capo Rizzuto, la più estesa d’Italia e forse d’Europa, perché diventi internazionalmente attrattiva e, al contempo, sostenere le tante associazioni che da Mesoraca a Magisano provano a fare sviluppo valorizzando i beni naturalistici", ha proseguito Pitaro.
"Se si vuole trasformare la marginalità in lievito per lo sviluppo, le Aree protette possono svolgere un lavoro straordinario per mobilitare e liberare energie umane al momento compresse e per fare marciare nella stessa direzione (nelle diverse aree) i fattori necessari per il riscatto sociale. Un lavoro finalizzato a realizzare piccoli modelli di sviluppo interconnessi e con attenzione al dialogo col mondo. Possono svolgere un prezioso compito di recupero dell’identità locale più profonda e orientare un nuovo pensiero che veda l’individuo al centro di un sistema di valori e di regole che mentre genera ricchezza economica irrobustisce lo spirito di comunità e dà speranza”, ha chiosato il candidato.
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