di ENZO COSENTINO
Inizia oggi il conto alla rovescia (il countdown direbbero gli inglesi ma noi siamo italiani, calabresi per di più) per arrivare ai giorni del voto per le regionali e per le amministrative nei comuni che devono eleggere sindaci e consigli.
I quattro candidati alla presidenza della Regione girano come le trottole sul territorio per “vendere” gli ultimi scampoli di promesse programmatiche sul futuro della Calabria. Li seguono a ruota i candidati nelle liste presentate nelle tre circoscrizioni a sostegno del centrodestra, del centrosinistra, della coalizione di De Magistris e di Oliverio. La Calabria è l’unica regione in cui si vota per ricominciare da zero la legislatura interrotta, purtroppo, per la scomparsa di Jole Santelli, la prima presidentessa della Calabria a fronte della sequela maschilista.
Per portare un'altra donna alla guida della Regione questa volta fa un tentativo il centrosinistra che ha candidato la neurologa Amalia Bruni espressione, più che dei partiti, del movimentismo civico.
Se FI non avesse avuto “il diritto di successione” per la candidatura presidenziale, quasi certamente, la contesa avrebbe visto difronte due donne perché sarebbe spettato a FdI il “diritto” di esprimere la candidatura. E la scelta del partito di Giorgia Meloni era già pronta: l’on.le Wanda Ferro. Di Catanzaro. E forse si sarebbe avverato il sogno di poter avere un presidente della Regione –che manca dai tempi di Loiero- espressione tutta catanzarese. E non per un semplice fatto di campanile ma per rivalutare il peso politico del Capoluogo. E’ andata diversamente perché FI ha piazzato ai nastri di partenza il parlamentare cosentino Roberto Occhiuto. Con tanto di benedizione della Lega. Una candidatura, dunque, quella del centrodestra, condivisa a pieno da tutta la coalizione.
L’attenzione o meglio la curiosità dei calabresi ora si sposta sul responso che essi stessi dovranno dare mediante il “voto consapevole”. La lotta più vivace comunque è quella scatenata dalla pletora di candidati che inseguono un posto in Consiglio a Palazzo Campanella. Ed è una lotta aspra nell’ambito delle coalizioni ed in particolare nel centrosinistra e fra candidati del Pd. Sembra che proprio nel Pd per la lista del collegio centro sia in ribasso l’attenzione al voto di genere. Una elezione regionale difficile incerta e con l’interrogativo: calerà o salirà ancora la esponenziale quota degli astenuti?
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