di ENZO COSENTINO
Giorgia Meloni, Matteo Salvini. Se mi posso permettere (mi permetto!) mi ricordano Bartali e Coppi. Sempre, o quasi, ad inseguirsi per sfrecciare sul traguardo uno prima dell’altro. Una bella coppia di campioni del ciclismo e non solo. Dello sport puro e genuino. Entriamo ora nel cuore dei fatti (e misfatti) della politica calabrese. Matteo Salvini ha preso a cuore le sorti della Calabria. La vuole rimettere in sesto. Da solo non potrebbe certamente riuscire nell’intento. Deve stare al gioco nello schieramento di centrodestra. Sogna la leadership superando la concorrenza sia di FdI, sia di FI che resta in Calabria il partito che più di altri, comunque, spinge al successo nelle regionali. Il leader carismatico della Lega è tornato, a distanza di pochi giorni, in Calabria per parlare alla gente del reggino e del Vibonese. Missione importante specie nella provincia di Vibo dove il coordinatore regionale di FI, senatore Giuseppe Mangialavori, spinge a tutto volume per una affermazione del prof. Michele Comito, un’eccellenza nel campo medico nel ruolo di primario di Cardiologia dell’Ospedale Jazzolino, candidato nella lista della circoscrizione centro di FI. La Lega è impegnata sulla candidatura presidenziale di Roberto Occhiuto e i leghisti giurano “senza se e senza ma”. Ma non vuol sentire parlare di futuri tavoli di trattative, in caso di quella vittoria che il centrodestra ritiene avere già in tasca, per assegnare la vice presidenza. Salvini ha sempre ribadito: il vice premier alla regione sarà Nino Spirlì. Lo ha affermato anche nel suo secondo tour calabrese quasi a rispondere a quanto invece detto nel comizio nel capoluogo di regione dalla leader di FdI: “ sugli incarichi ne riparleremo dopo il voto”. Nel centrodestra si vuole sminuire la “polemichetta” a distanza sull’argomento ticket. Le prime cariche istituzionali, comunque, sono state già confezionate in attesa di spacchettarle: Roberto Occhiuto, Nino Spirli e alla presidenza del Consiglio un esponente eletto in FdI. Per gli assessorati sarà tutto un altro discorso. Sono infatti da mettere in conto le aspirazioni di governo anche degli altri partiti della coalizione a cominciare da “Coraggio Italia”, il partito di Toti e Brugnaro in crescita in Calabria. Di recente a Catanzaro c’è stato il colpo a sorpresa del passaggio del Sindaco Sergio Abramo che ha lasciato FI per aderire appunto a “Coraggio Italia” dando il suo sostegno al candidato nella lista centro del Partito, Frank Santacroce. Anche Santacroce aveva già detto “addio” a FI.
Sul fronte centrosinistra la candidata presidente –sempre più “civica” e per nulla piddipendente- Amalia Bruni nei suoi incontri con i calabresi fa di tutto per dare un tono alla campagna elettorale dello schieramento e infondere ottimismo come per dire “nulla è ancora perduto”. Ma il centrosinistra deve anche guardarsi dalla scalata della squadra di De Magistris al secondo posto per non restare con il cerino in mano. Quanto sarà consistente in termini di voti l’apporto di 5Stelle alla coalizione? Lo dirà il leader del Movimento Giuseppe Conte in arrivo in Calabria. Una novità in assoluto sentire l’ex premier parlare “in diretta” ai calabresi che in fatto di salute hanno piene, anzi gonfie le scatole di commissari che vanno e vengono nelle diverse strutture del sistema. E in fatto di sanità dal pulpito politico tuona la voce dell’ex governatore Mario Oliverio, anche lui impegnato in prima persona nella bagarre elettorale, sull’esproprio che il governo nazionale ha fatto alla politica regionale in tema di gestione del settore sanità. Quanto sia stato efficace la scelta del Governo è sotto gli occhi dei calabresi. Concludo: vincitori e vinti delle prossime regionali avranno la forza, anzi il coraggio di governare per la Calabria al di sopra degli interessi di parte in un clima di unità?
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