di ENZO COSENTINO
Si preparino i calabresi - che e se ne hanno voglia - a vivere a margine della pandemia da Covid anche i riflessi che potrà avere un'altra - definiamola pure così- pandemia che ha origini non troppo lontane e che ci riguarda: quella della politica. E già, perché la campagna elettorale per le “regionali”, già avviata la fase tattica preparatoria, sarà un terreno di scontro duro. Gestire la Regione nella prossima legislatura è obiettivo che fa gola. Stiamo sereni (?): è una affaire che fa gola a tutte le forze politiche mixerate con il civismo che avanza - sperando che questo si riveli veramente il tocco giusto per renderle appetibili e meritevoli di fiducia-per rigenerare idee e programmi. Nel costruendo quadro della competizione entra un nuovo colore :Italia Viva, il movimento di mister Renzi che sia pure a passi felpati, in Calabria, si muove e cresce. Comunque a livello di una cifra percentuale.
Il senatore e sindaco emblematico di Diamante, Ernesto Magorno è il secondo candidato ufficiale nella corsa alla presidenza. Il suo partito lo ha convinto a mettersi in gioco nella sua regione. Quindi Italia Viva va al di là delle aspettative: non una lista da posizionare nell’area di centro sinistra - attuale sua vocazione “ideologica - ma una candidatura presidenziale. I.V irrompe nel contesto e rompe anche equilibri peraltro non consolidati nel centrosinistra. Magorno ha al suo attivo una lunga militanza nel Pd e in Calabria ha segnato con la sua segreteria regionale un pezzo di storia recente del partito dem. Fatta, come lo sono tutte le storie dei partiti, di alti e bassi.
Il sindaco-senatore, diciamola tutta, toglierà voti al suo ex partito. Voti che, però, potrebbero tornare utili al centrosinistra se lo schieramento coglierà il fiore profumato della vittoria. E per questa nuova tornata elettorale è difficile pronosticare chi “questo fiore” lo metterà all’occhiello. Da qui a poco nel Pd potrebbe - anche per effetto della scelta fatta da Italia Viva e Magorno - subire una accelerazione l’idea di “recuperare” un ex di lusso quale è Mario Oliverio. Non sono confermate trattative, ma sottotraccia qualcosa c’è. Salvo smentite, ovviamente! Sul tema “primarie” per la candidatura del centrosinistra, diversi gli schemi di svolgimento. Tutti le vogliono e tutti le temono. Irto è disponibile e questo fa sicuramente onore al primo candidato governatore indicato dal Pd. Una indicazione che non ha mai avuto la completa adesione perché criticata nel metodo e non per la valenza di Nicola Irto, un elemento di primo piano nella “rivoluzione generazionale” che il Pd e il centrosinistra dicono necessaria.
Allo stato attuale dunque quattro i soggetti competitor alle regionali: Roberto Occhiuto (centrodestra), Irto (centrosinistra) - ma c’è la sottosegretaria pentastellata Dalila Nesci che è una aspirante pericolosa -, Ernesto Magorno e Luigi de Magistris che nel centrosinistra e nel PD in particolare non gode di alcuna simpatia tanto da poterlo considerare un autentico avversario, giammai - sostiene l’attuale commissario regionale dem Stefano Graziano - un alleato. Alcune situazioni problematiche sia nel centrosinistra, sia nel centrodestra potrebbero sbloccarsi nei prossimi giorno dell’entrante settimana. Apparentemente quello delle candidature presidenziali potrebbe apparire un nodo intricato da sciogliere ma in effetti non lo è. I veri nodi sono le candidature per il consiglio. E non è vero che vi sia penuria di candidati. Anzi c’è abbondanza. I partiti sono sollecitati dagli uscenti e questo in un certo qual senso potrebbe bloccare il processo del ricambio. Da Roma ma anche dal Capoluogo di regione per quanto concerne il PD arrivano spifferi che sul futuro della Calabria vigili personalmente il segretario nazionale Enrico Letta di cui è probabile una sua prossima venuta.
Allora spontanea la domanda che resterà a lungo e comunque sino alla conclusione della bagarre elettorale senza risposta: la Calabria cambierà? Aggiunta: in bene o in peggio? Che ne pensano i calabresi!
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