Grazioso Manno è stato di parola. Due anni e mezzo fa aveva annunciato che avrebbe ricominciato a fare politica attiva.
Il passo, breve e ragionato, ha preso forma il 26 settembre dello scorso anno con la decisione di non ricandidarsi alla presidenza del consorzio di bonifica Ionio Catanzarese. Una dichiarazione di intenti sbandierata con lo slogan “La Calabria che verrà”. A pochi mesi dalle elezioni regionali in molti avevano dato per certa la sua candidatura.
E invece no. La candidatura non c’è stata. C’è, invece, l’impegno ufficiale con Fratelli d’Italia che l’ha investito del ruolo di referente regionale (del partito) all’Ambiente e all’Agricoltura.
«Si può fare politica in mille modi, non necessariamente da candidati – sottolinea Manno – Non figurare tra gli aspiranti a un posto di consigliere regionale non sposta di una virgola il mio atteggiamento di amore verso la Calabria e verso l’obiettivo di farla diventare una “vera regione”. Basta solo farsi accompagnare dall’idea che “tutto è possibile a chi crede”».
Al fondo dei suoi ragionamenti trova posto l’idea di recuperare dallo «sfascio in cui l’attuale governatore Mario Oliverio e il centro sinistra hanno fatto precipitare la Calabria. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: fondi statali, comunitari e regionali spesi male. Niente sviluppo. Niente occupazione. Migliaia di giovani che emigrano. Disoccupazione alle stelle. Povertà in aumento. Territorio che frana alla prima goccia d’acqua».
Idee semplici per una visione d’insieme del nuovo inizio calabrese. Ecco perché il commissario regionale di Fdi Wanda Ferro lo considera «un autorevole dirigente del partito».
Manno la ringrazia per la fiducia accordata. «Il ruolo di referente regionale di Fratelli d’Italia all’Ambiente e all’Agricoltura – evidenzia Manno - è un incarico per me particolarmente significativo perché mi consente di mettere a disposizione dei nostri territori la decennale esperienza acquisita prima come dirigente della Coldiretti e poi come presidente del consorzio di bonifica di Catanzaro».
Gira e rigira il suo must è l’agricoltura che definisce «settore strategico e volano di occupazione, negli ultimi anni abbandonata al suo triste destino per mancanza di un assessore regionale al ramo».
Da qui, ma non solo, Manno intende avviare «una vera e propria rivoluzione culturale prima di tutto in noi stessi, avere finalmente uno scatto di orgoglio perché nulla e perduto e tutto si può fare».
Anche da non canditati. La “Calabria che verrà” vale più di una candidatura. «Non certo un libro dei sogni a cui siamo abituati per tanto tempo – conclude Manno - ma un programma in cui i sogni possono e devono diventare realtà».
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