Nota politica cosentino
11 novembre 2019 22:42di ENZO COSENTINO
Mala tempora currunt (si avvicinano tempi bui o, propriamente, corrono brutti tempi) per il Pd in Calabria. Ancora una toppata. Alle elezioni amministrative in Calabria nei comuni dove il suo logo figurava sulle schede. Ha perso la scommessa più importante – per estensione del bacino elettorale - quella su Lamezia Terme. E non è un buon indicatore per i futuri appuntamenti elettorali. Quello regionale in testa a tutti. Soffermiamoci sul risultato di Lamezia oltre il dato numerico (su questo lasciamo gli sterili esercizi di “scalate delle mura lisce”) guardandolo nel significato politico. Il candidato del centrosinistra, Eugenio Guarascio, seppure autorevole, è rimasto tagliato fuori dalla volata del ballottaggio che il 24 novembre disputeranno per conquistare la fascia tricolore del Comune di Lamezia, Paolo Mascaro e Ruggero Pegna.
Che Mascaro vincesse il primo turno era nelle previsioni generalizzate. Ha sorpreso la performance del promoter lametino Pegna arrivato secondo in nome e per conto del centrodestra. Un centrodestra incompleto per l’assenza ufficiale della Lega. Ma ciò non significa in assoluto che Pegna non abbia intercettato anche voti leghisti. E all’indomani del voto a Lamezia negli ambienti dem si raccontano anche “favole politiche” come quella ad esempio: a chi sarebbero andati i voti degli oliveriani? Potrebbero aver preso la strada che porta alle espressioni del civismo. Mancano per scelta politica nella conta dei voti attribuiti al candidato Guarascio?
Insomma un Pd che nella seconda città della provincia resta all’angolo. E per il Pd resta sempre critica la situazione politica interna con la rottura – manca oramai poco che diventi irreversibile o che per “miracolo” si saldi- fra il Partito nazionale, una parte del Pd calabrese e Mario Oliverio che ovunque vada ribadisce la sua ferma volontà a ricandidarsi. E il Pd che rema contro Oliverio quale alternativa propone? Il nome del candidato doveva uscire fuori in questi giorni. ma non c’è. E si sono ulteriormente affievolite le probablità che l’accordo Pd-5Stelle quagli. Del resto il capo politico del movimento grillino è stato chiaro nel dire che in Calabria si prevede una corsa da soli. Su Di Maio in queste ore, a livello romano si fanno pressioni da parte dem perché si riapra la discussione ad andare insieme alla regionali. Ma Di Maio sembra “sordo” per non dispiacere ai suoi esponenti calabresi fermi, ora più che mai anche dopo lo splash nel lametino, su posizioni di piena autonomia piuttosto che con un Pd che nel suo stesso ambiente è dato per perdente alle regionali.
Rassegnazione tattica? E in tema di rassegnazione spostandoci sul versante politico opposto- il centrodestra- si rilevano incongruenze nelle “prove tecniche” di coesione. A Cosenza il senatore di FI, Maurizio Gasparri ha ribadito che il suo partito, cui spetta indicare il candidato alla presidenza della Calabria, continua a puntare su Mario Occhiuto nonostante le ultime vicende giudiziarie del sindaco di Cosenza. Ma –come già pubblicato dal nostro giornale riprendendo una intervista di Matteo Salvini a la Stampa (LEGGI QUI) - la Lega ribadisce il suo netto “no” a Mario Occhiuto e lancia un assist a Berlusconi suggerendogli di guardare fra altri sindaci organici a FI per trovare il sostituto di Occhiuto.
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