di GABRIELE RUBINO
Per il gioco delle parti all’esordio di una campagna elettorale ogni candidato si dice sicuro di battere gli avversario. Tuttavia, non sembra sposare esattamente questo rito la dichiarazione di oggi di Roberto Occhiuto nel giorno della presentazione ufficiale al cospetto (e in via telematica) dei leader del centrodestra: “non sarei onesto a dire che la strada è in salita per il centrodestra a causa delle divisioni nel centrosinistra, sarà abbastanza semplice vincere”. Piuttosto, sembra una presa d’atto dell’attuale scenario, in cui la non globalmente digerita candidatura di Maria Antonietta Ventura decisa dal laboratorio Letta-Conte-Speranza è percepita come scarsamente competitiva (per vincere) ma semmai si dovrà sudare la seconda piazza con Luigi de Magistris, al netto dei pochi punti percentuali venuti meno all’ex pm con l’auto-isolamento di Carlo Tansi.
Al netto delle fisiologiche scorie di chi sta al governo, com’è il centrodestra in Regione da un anno e mezzo, effettivamente ci si trova in una situazione ideale. Avversari divisi e “continuità”, in più circostanze, ribadita con lo schema elettorale che portò alla netta affermazione di Jole Santelli. In realtà, l’unica vera novità è la prenotazione anticipata di un posto in Giunta: la vicepresidenza assegnata all'attuale presidente f.f. Nino Spirlì. Una scelta ‘giustificata’ da Matteo Salvini stesso: "non è opportuno che il presidente della Regione faccia campagna elettorale", anche respingendo eventuali mal di pancia dei candidati consiglieri, di fatto 'condannati' a trovare voti per Nino mentre lui se ne sta in Cittadella. "Della Lega me ne occupo io", ha detto quasi a muso duro il Capitano. Uno scudo piuttosto coriaceo per chi aveva intenzioni bellicose. Un presidio quello di Salvini in Calabria che sembra proiettato sul medio-lungo periodo.
La scene andate in onda a Lamezia Terme sono quelle di una kermesse imbastire giusto per segnare la differenza con gli avversari. A livello nazionale, invece nel centrodestra primeggia la questione del partito unico. Soluzione caldeggiata da Berlusconi, mentre Salvini preferirebbe una federazione o, per usare le sue parole, "una collaborazione" e con la Meloni, con il vento in poppa dei sondaggi da unico partito di opposizione al governo Draghi, che non ci vuole sentire. Berlusconi non è certo all'apice della forma e prima o poi il Cav passerà la mano, a quel punto quale sarà il destino di Forza Italia? Per chi rimarrà le scelte possono essere o un Salvini in versione governista o i neo nati movimenti, tipo Coraggio Italia, che offrirebbero una casa più moderata. Cha sarà fusione a caldo, visto che a Tajani non piace quella a freddo, o federazione qualcosa potrà cambiare anche dopo le elezioni calabresi, quando e se il centrodestra conquisterà la Cittadella regionale e Palazzo Campanella. Ma sono proiezioni fin troppo lontane. Nel frattempo, il pensiero è sulla vittoria a ottobre e il centrodestra è convinto di avere la strada in discesa.
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