di CARLO MIGNOLLI
“Se ho accettato questa sfida è perché credo in un sogno grande, in un’ambizione che non è la mia soddisfazione personale di professore, ma la speranza di una Calabria diversa. L’ambizione grande è cambiare ciò che non va, con una rivoluzione gentile. Il nostro slogan è Resta: dobbiamo creare condizioni per restare, per vivere e lavorare qui, in Calabria, con dignità, servizi e felicità”.
Con queste parole il candidato alla presidenza della Regione Calabria con il fronte progressista Pasquale Tridico ha aperto la conferenza stampa di campagna elettorale a Catanzaro. L’ex presidente dell’INPS ha presentato i punti principali del suo programma elettorale e, al suo fianco, anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, giunto in Calabria per una due giorni a sostegno della candidatura dell’europarlamentare.
Il candidato ricorda lo sforzo compiuto durante l’estate per raccogliere le firme necessarie: “Abbiamo dovuto raccogliere 1.500 firme in pochissimi giorni di agosto, perché l’ex presidente di questa regione pensava di trovare un’opposizione impreparata. Invece ha trovato un muro democratico, costruito contro l’arroganza dettata dai suoi problemi giudiziari”.
Sanità, la priorità assoluta
Il cuore del programma resta la sanità. “Sappiamo che il sistema sanitario calabrese è allo sfascio - dichiara Tridico - e dobbiamo recuperare i livelli essenziali di prestazione che oggi ci collocano agli ultimi posti in Europa. La sanità per noi sarà il punto principale, prioritario: la sanità è pubblica, la sanità è pubblica, la sanità è pubblica. Quella privata può essere solo integrativa, mai sostitutiva”.
Il candidato annuncia la volontà di rafforzare la rete degli ospedali di comunità, soprattutto nelle aree interne, e di puntare con decisione sulla prevenzione. Aggiunge poi: “Vogliamo depoliticizzare la sanità. Basta con le nomine frutto di logiche partitiche: creeremo un’agenzia regionale che coordini le ASP con criteri di trasparenza, meritocrazia, valutazione delle performance e gestione oculata delle risorse”.
Il problema del personale, spiega, rimane centrale: “Non è accettabile che i calabresi vadano a curarsi fuori regione e trovino altri calabresi che li curano. Il nostro obiettivo è riportarli qui, con incentivi e opportunità concrete”.
Reddito di dignità e lotta alle disuguaglianze
Tridico dedica ampio spazio al tema delle povertà e della giustizia sociale. “Non possiamo tollerare che il capitalismo produca disuguaglianze, povertà, esclusione. In Calabria metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Non è accettabile”, afferma.
Per questo, dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, il candidato propone il Reddito di dignità regionale: “È uno strumento di assistenza attiva, che condizioneremo a politiche di inclusione, di formazione e a progetti per i territori. Non un sussidio passivo, ma un motore di lavoro e sviluppo locale”.
Lavoro, università e industria
“Vogliamo costruire sinergie tra università e imprese, puntando sul dottorato industriale e su poli tecnologici di formazione”, spiega Tridico. Tre i poli previsti: Rossano-Corigliano, Vibonese e Crotonese. L’obiettivo è creare occupazione di qualità e fermare l’emigrazione giovanile.
Non manca una riflessione personale: “Io sono figlio di una famiglia con sette fratelli e sorelle: cinque di noi sono emigrati fuori dalla Calabria, ma non per scelta, per costrizione. Voglio che restare in Calabria diventi una scelta felice”.
No al Ponte, sì alle infrastrutture interne
Sul tema del Ponte sullo Stretto, Tridico è netto: “Mettere 14 miliardi sul ponte significa toglierli a scuola, sanità e trasporti interni. Non è questa la priorità. Prima dobbiamo rendere veloci e sicuri i collegamenti dentro la Calabria, dall’alta velocità alla ferrovia ionica, dalla 106 alle trasversali est-ovest”.
Legalità e riforma istituzionale
La legalità, sottolinea, è la precondizione di ogni azione politica: “Non daremo poltrone, ma servizi. La legalità è il punto di partenza, senza di essa non si governa. Collaboreremo con le procure per combattere la ‘ndrangheta e ogni forma di corruzione”.
Tra le proposte anche la promozione dell’unione tra piccoli comuni per migliorare l’efficienza dei servizi: “Abbiamo 404 comuni, spesso troppo piccoli per garantire servizi adeguati. Dobbiamo favorire processi di fusione, dal basso, per servire meglio i cittadini”.
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