Di seguito l'appello del Rappresentante Sindacale Unitario (RSU) e Dirigente Sindacale Territoriale CSA-Cisal Gianluca Tedesco ai colleghi RSU in Regione Calabria
"Gentili Colleghi eletti nelle liste RSU di Cgil, Cisl, Uil e CSA,
con mio grande auspicio, voglio credere che questo invito possa costituire la giusta occasione per fare il punto sull’efficacia della Delegazione Trattante della Rsu. Era l’aprile 2022, quando si sono tenute le elezioni per rinnovare le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) e le lavoratrici ed i lavoratori dell’Amministrazione regionale sono stati chiamati al voto per questo straordinario appuntamento elettorale: fu un momento di grande democrazia e partecipazione, rimasto impresso nella mia mente, un banco di prova importante all’interno del nostro Ente.
È innegabile che questa Rappresentanza Sindacale, strumento di interlocuzione d’istanze e di difesa, sempre più importante a tutela della dignità dei lavoratori, è oggi fortemente messa in discussione per l’assenza di un Coordinatore della RSU, dopo le dimissioni del collega Michele Rigoli avvenute in data 8 aprile u.s.
Per l’impegno profuso e le vertenze sindacali intraprese insieme all’ex Coordinatore, abbiamo sperato fino all'ultimo in un suo salomonico ripensamento, che lo stesso potesse tornare sui suoi passi e decidere di dare seguito al suo mandato revocando le dimissioni ma, nostro malgrado, non è stato cosi. Certo è che oggi, trascorsi due mesi dalle sue dimissioni, continuiamo ad essere incapaci - e lo esprimo con spirito “autocritico” - di eleggere un nuovo Coordinatore della RSU.
Sicuramente non ci sono state valide alternative in grado di ricoprire questo ruolo, una convinzione che sta trovando riscontro nella realtà, spesso contraddistinta da un profondo scetticismo sull’importanza della RSU e del sindacato all’interno della nostra Amministrazione.
Ma è giunto il momento di superare la visione per “compartimenti stagni” che talvolta divide le Organizzazioni Sindacali e la stessa RSU e di “essere come una grande casa”, composta sì da stanze diverse ma in cui tutti hanno una chiara consapevolezza di appartenere ad un’unica famiglia.
Spesso, al contrario, la RSU somiglia più ad un “condominio”, dove gli inquilini dei diversi appartamenti vanno un po' per conto loro e si confrontano solo in occasione dell’assemblea condominiale, senza riuscire ad ottenere un dialogo costruttivo.
Fare squadra non è un’opzione, ma rappresenta una necessità e oggi, dal momento che ci sono serie riflessioni da affrontare e proposte sulle quali discutere, non possiamo dare l’impressione di vivere in una condizione perennemente sospesa, in assenza di alcun guizzo di fantasia che possa smuovere gli animi e rendere meno spento un possibile confronto tra i Rappresentanti Sindacali Unitari (RSU) e le Organizzazioni Sindacali. C'è bisogno, attraverso uno spirito di forte responsabilità, di rappresentare gli interessi di tutte le lavoratrici ed i lavoratori e compiere, con chiarezza e ogni possibile sforzo, nuove scelte al fine di risolvere criticità che non possiamo
tacere ed eliminare qualsiasi sacca di sfiducia. Il segno tangibile della realtà descritta è rappresentato dal forte bisogno di invertire la rotta, senza tergiversare ulteriormente, superando i limiti dell’attuale presente con audacia e un pizzico di coraggio in più, sapendo che se ci
riusciremo, tutti insieme, non avremo salvato solo la causa dei lavoratori, ma avremo anche contribuito a rendere più civile ed utile questo “sfortunato” strumento di difesa.
A meno che non si voglia cedere alla deriva di una demagogia che si accontenta di urlare le cose che non vanno, che si appaga nel fare l’elenco dei problemi ma non si spende più di tanto per cercare di riconquistare gli spazi del negoziato e della contrattazione, quelli nei quali sono i fatti a contare, non le parole, il tempo di agire è adesso.
Diversamente, non avremo scusanti davanti agli occhi delle centinaia di lavoratrici e lavoratori che hanno partecipato al voto nelle scorse elezioni della RSU e che non possono essere ricordati solamente in tale occasione: sono loro il primo, diretto e severo richiamo al dovere della concretezza e, giustamente, esigono atti concreti da chi è investito della loro rappresentanza.
Se non siamo in grado di eleggere un nuovo Coordinatore della RSU, nel bene e nel male, dobbiamo essere capaci di prenderci le nostre responsabilità con i lavoratori e spiegare loro il motivo del perché non lo si può fare, nel rispetto della fiducia accordata e della stima dimostrata.
Dal punto di vista contrattuale e normativo, la stipula del Contratto Integrativo Decentrato Aziendale (CIDA) per l’annualità 2024, ci riserva sfide importanti e non facili da affrontare.
Un doveroso accenno, per esprimere il mio rammarico in virtù della carica sindacale che ricopro, è quello di avere appreso con l’informativa trasmessa dal Dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” alle Organizzazioni Sindacali in data 14 giugno u.s. che la “Programmazione Triennale del Fabbisogno di Personale - Piano assunzionale 2024” per l’annualità in corso non ha previsto alcuna Progressione tra le Aree, né in quella degli Operatori Esperti, né in quella degli Istruttori, tantomeno in quella dei Funzionari, per i dipendenti di ruolo. Non lasciamo, dunque, cadere il filo del dialogo e, con responsabilità e coinvolgimento, riaffermiamo la nostra linea di azione, rafforziamo il nostro ruolo e scegliamo di agire, coscienti e consapevoli che nessuno ha già la soluzione pronta in
tasca.
Diversamente, continueremo a sbagliare, snaturando la mission della Delegazione Trattante che ci condannerebbe inevitabilmente all’irrilevanza. La partita, pur con la consapevolezza che non sarà facile e non la si può vincere da soli, non è definitivamente persa. Facciamo del nostro meglio e non dimentichiamo l’imminente rinnovo delle RSU: tra poco meno di un anno
verranno indette le nuove elezioni ed i lavoratori saranno chiamati a partecipare, attraverso l’esercizio del diritto di voto, all’elezione dei Rappresentanti Sindacali Unitari (RSU) nell’Amministrazione regionale e, coscienti e consapevoli di questo, non facciamoci trovare impreparati, perché saranno loro a giudicare i nostri risultati, nel bene e nel male.
L’analisi della realtà descritta, fatta con spirito “autocritico”, è la condizione ineludibile per riprendere insieme un’azione forte e incisiva".
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