Le recenti dichiarazioni dell’Assessore al Personale della Giunta regionale, Filippo Pietropaolo, meritano una dovuta precisazione. Come Coordinamento regionale R.S.U., non vogliamo entrare nel merito della questione del concorso per funzionari, bandito dalla Regione e che riguarda alcuni lavoratori in servizio ad Azienda Calabria Lavoro, anche perché all’incontro del 25 ottobre si fa riferimento ai sindacati della Funzione Pubblica e non al Coordinamento R.S.U.. e in secondo luogo, non vorremmo fare il gioco di chi tenta di fare “artatamente” confusione fra diverse tematiche.
Per questa ragione, preferiamo concentrarci sulle criticità della modifica al “Piano triennale del Fabbisogno” peraltro, oggetto di un’assemblea generale dei dipendenti in data 2 dicembre anche alla presenza dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e CSA-Cisal. Come Coordinamento RSU abbiamo registrato in sede di assemblea generale dei dipendenti che, in relazione alla modifica del “Piano Triennale del Fabbisogno” si è perpetuata per l’ennesima volta la violazione di un obbligo regolato da CCNL, che esplicitamente prevede che “l’informazione deve essere data nei tempi, nei modi e nei contenuti atti a consentire” alle organizzazioni sindacali “di procedere a una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni e proposte”. Invece, nella giornata di mercoledì 30 novembre, le organizzazioni sindacali si sono viste trasmettere la delibera di modifica del “Piano Triennale del Fabbisogno di Personale” e a distanza di poche ore la stessa è stata approvata dalla Giunta, pregiudicando la possibilità ai sindacati di formulare osservazioni dopo un’adeguata analisi di un atto così importante per i lavoratori regionali.
Abbiamo troppa stima per l’Assessore al Personale per credere alla versione secondo cui il ritardo sia dovuto al mancato parere del Collegio dei Revisori. L’informativa poteva benissimo essere resa in attesa del citato parere. Ci si arrampica sui muri lisci addossando responsabilità proprie ad altri organi. Inoltre, ci dispiace dover constatare che il riferimento al confronto “non formale” lascia il tempo che trova, dato che anche in occasione di confronti “formali” le decisioni assunte vanno in direzione diametralmente opposta rispetto ai consigli e alle osservazioni fornite da codesto coordinamento della RSU unitamente a tutte le organizzazioni sindacali. E questo è dimostrato dalla mancata valorizzazione del personale regionale che si evince dal contenuto della modifica del “Piano”, in cui si riduce la percentuale delle “progressioni verticali”. Ciò non può essere smentito. A proposito sarebbe opportuno comprendere se siano state rispettate le percentuali previste nel nuovo CCNL recentemente approvato che prevede almeno il 50% dei posti a favore del personale interno.
Perché a noi sembra francamente di no. Piuttosto, la Giunta ha deciso di destinare risorse (su circa 5 milioni di euro disponibili) per il reclutamento di dirigenti (pari ad euro 1.395.181,16) e per attivare 32 mobilità da altri enti (2 categorie “B” – 10 categorie “C” e 20 categorie “D” pari euro 1.017.998,16), anziché utilizzare le risorse economiche disponibili al completo soddisfacimento della riqualificazione del personale regionale, atteso da circa 20 anni. Perché – incalza il Coordinamento della RSU – bistrattare in questo modo reiterato le professionalità interne della Regione Calabria? Ci piacerebbe sapere – domanda il coordinamento R.S.U. – quale sarebbe la logica di prevedere la mobilità di 2 categorie “B” (a fronte di 508 unità già presenti in Regione) e di 10 categorie “C” e 20 categorie “D” quando invece si potrebbero riqualificare coloro che già lavorano per l’Ente regionale. L’Assessore ha dichiarato che “la mobilità ha l’obiettivo di fare rientrare professionalità calabresi che lavorano nelle pubbliche amministrazioni di altre Regioni, portando esperienza, voglia di fare, competitività”.
Riteniamo tali affermazioni, molto gravi per un Assessore con delega al Personale, poiché di fatto delegittimano le professionalità interne presenti in Regione Calabria, che avrebbero un gran voglia di fare ma da anni non ottengono la giusta valorizzazione. Questi sono i fatti, nonostante il non riuscito tentativo dell’assessore di confondere l’opinione pubblica mischiando più argomenti nella risposta degli scorsi giorni. Il coordinamento R.S.U. della Regione Calabria ha avuto sempre un atteggiamento propositivo e costruttivo. Dunque, respingiamo al mittente il riferimento all’erezione di muri, non ci pare eticamente corretto fare simili illazioni che assumono uno spiacevole carattere, al fine di creare solo confusione e “lotta tra i poveri” dove a trovarsi coinvolti sono i lavoratori dell’amministrazione regionale.
L’unico muro che conosciamo è quello della difesa delle prerogative dei dipendenti regionali che in questi giorni stanno protestando attraverso la legittima e condivisa proclamazione dello stato di agitazione e semplicemente non la pensano come l’assessore. Il Coordinamento R.S.U. ribadisce la posizione espressa con i lavoratori durante l’assemblea dei dipendenti e non esclude la proclamazione dello sciopero, qualora le istanze non dovessero essere accolte, chiedendo – come in precedenza – il supporto dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e CSA-Cisal.
Il Coordinamento R.S.U. della Regione Calabria
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