Con l’approvazione del nuovo CCNL, le P.A. hanno visto una rivoluzione; spariscono le vecchie categorie ed entrano a far parte della vita lavorativa le aree, in cui ogni dipendente viene posto allo stesso livello degli altri, infatti le vecchie dizioni A1, A2, A3, ecc., vengono eliminate per far posto a un'unica area per ogni categoria.
Le aree negli Enti Locali pertanto diventano quattro: Operatori, Operatori Esperti, Istruttori e Funzionari ed elevata qualificazione. Lo stato è cosciente che, i dipendenti delle P.A. sono rimasti fermi da oltre 15 anni a causa dei blocchi di assunzioni, di CCNL (fino al 2016) e delle progressioni verticali e che nel contempo i dipendenti, anche di bassa categoria, hanno dovuto sopperire le carenze, svolgendo anche mansioni superiori.
Per questo e altri motivi, col nuovo contratto nazionale si è operato, innanzitutto lo sblocco delle progressioni verticali e in particolare all’articolo 15 del CCNL 2019/2021, viene disciplinata la c.d. “progressione tra le aree” la quale impone che il 50% dei posti in pianta organica deve essere occupato tramite il passaggio di area dei dipendenti, inoltre che i posti interni, non sono più assegnati con concorso aperto all’esterno e riserva del 50%, ma con procedura comparativa tra i dipendenti stessi (quasi come fosse una peo, per intenderci). Ma la “prova provata” che lo Stato “impone” l’obbligo morale di fare le progressioni interne lo si legge, sempre nel nuovo CCNL all’art. 13 c. 6, dove si parla di progressioni transitorie che, per come chiarito dall’ARAN, si debbono applicare al posto di quelle a regime, fino al 2025.
Ecco che dalla lettura combinata di art. 11 e art. 13 c. 6, si indica e si dimostra che il legislatore ha voluto creare “un percorso agevole e incentivante di sviluppo professionale” per i dipendenti che hanno prestato la propria attività di lungo corso, acquisendo professionalità e sopperendo alla carenza di personale indotta dalle cessazioni.
Pertanto, per come già esposto nell’ultima riunione con Assessore, DG, membri della delegazione trattante RSU, il sottoscritto si auspica che l’Amministrazione Regionale mantenga quanto promesso sia in quella sede che in altri incontri; cioè l’avvio delle progressioni verticali per i dipendenti della Giunta che hanno i requisiti di legge per essere inquadrati nelle aree superiori.
A tal fine, si vuol evidenziare che, per come ribadito dall’ARAN e riportato dalla stampa specialistica, si potrà aggiungere al 50% delle facoltà assunzionali dell’ente (di cui alle regole dell’art. 33 del DL 34/2019) lo 0,55% del monte stipendi del 2018 e forse arrivare a coprire tutto il fabbisogno con le progressioni!
Gli uffici hanno carenza di personale di alta categoria e nel contempo un esubero di dipendenti sotto inquadrati, lo vediamo ogni giorno dalle richieste sul sito del personale e nelle micro organizzazioni dei settori. Ad esempio leggendo l’ultimo piano della performance troviamo la presenza di 599 dipendenti in categoria B, 439 in C e 807 in D, (30,47% B, 22,33% C e 41,04% D), mentre dalle richieste dei singoli dipartimenti si evince una grossa carenza di funzionari, ma anche di istruttori.
Anche se taluni autori sono dell’opinione che tale modalità di progressione si possa attuare a far data dal 01/04/2023, già di per sé si dovrà effettuare una ricognizione e programmazione, pertanto già da dicembre si potrebbe iniziare con gli atti necessari per l’avvio delle procedure. Inoltre si suggerisce di valutare anche la possibilità di effettuare, eventualmente, una serie di progressioni a valenza pluriennale, in quanto i passaggi ad aree superiori liberano posti e capacità assunzionali nell’area di provenienza, così da valorizzare il 100% dei dipendenti in possesso dei requisiti nel più breve lasso di tempo.
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