Relazione annuale del Garante regionale: luci e ombre del sistema penitenziario calabrese

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  28 novembre 2023 14:01

Lunedì 27 novembre 2023 la sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale della Calabria ha ospitato la presentazione della Relazione annuale del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, l’avvocato Luca Muglia. All’evento hanno partecipato numerose autorità politiche, giudiziarie ed istituzionali, nonché esperti del settore ed una piccola rappresentanza di studenti.

INDIRIZZI DI SALUTO

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La presentazione è stata preceduta dagli indirizzi di saluto del Presidente del Consiglio regionale,

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Filippo Mancuso, del Vice-presidente del Consiglio Pierluigi Caputo e della Vice Presidente della

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Giunta regionale Giuseppina Princi. Tra i saluti istituzionali quelli di Liberato Gerardo Guerriero,

Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria; Daniela Tortorella, Presidente del

Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria; Laura Antonini, Presidente del Tribunale di

Sorveglianza di Catanzaro; Alessia Giorgianni, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale

di Reggio Calabria; Emilio Molinari, Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale

esterna. Hanno partecipato all’iniziativa i Garanti regionali dell’Infanzia e della Salute, Antonio

Marziale e Annamaria Stanganelli e il Presidente della Commissione Pari Opportunità, Anna De Gaio.

LE DICHIARAZIONI DEGLI INTERVENUTI

Filippo MANCUSO (Presidente del Consiglio regionale): “Come Ente regione abbiamo puntato

molto sui garanti e sulla loro qualità. La relazione dell’avvocato Muglia fa capire espressamente i

contenuti dell’attività, è una relazione esplicita che mette a nudo i problemi usando un linguaggio

diverso. Scrivere e parlane in maniera che giunga a chi ascolta è molto importante. La figura del

Garante non è una casella da occupare ma è un lavoro importante sul territorio. Si parte dall’art. 27

della Costituzione mettendo a nudo i bisogni ed i diritti del detenuto, la pena non deve essere solo

afflittiva ma deve rappresentare la possibilità di riscatto e reinserimento nella società civile”.

Pierluigi CAPUTO (Vice Presidente del Consiglio regionale): “E’ stato fatto un buon lavoro e

porgo i miei complimenti all’avvocato Muglia. Da anni il Consiglio non nominava i garanti e il

presidente Mancuso ha voluto che fossero attivi sul territorio. Il Garante dei diritti dei detenuti,

insieme agli altri garanti serve per migliorare la nostra società. C’è bisogno di tutela e abbiamo già

investito il ministro Piantedosi, nella recente visita in Calabria, portandogli i problemi delle nostre

carceri e del poco personale in servizio”.

Giuseppina PRINCI (Vice Presidente della Giunta regionale): “Sappiamo quanto sia dolorosa la

situazione delle carceri italiane e non solo di quelle calabresi, mi complimento con tutto il personale

che ruota intorno ai detenuti. Tanti sono gli interventi del Garante che lavora in un’ottica

interdipartimentale, per il lavoro, le scuole, le politiche sociali. Si arriva al risultato con il gioco di

squadra. Ringrazio l’avvocato Muglia, noi come Giunta ci siamo per tutelare diritti e ad ascoltare i

bisogni che ci vengono rappresentati”.

 

Liberato Gerardo GUERRIERO (Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria):

“Ringrazio Luca Muglia per tutto il lavoro che fa e per come lo fa, perché si lavora sempre per

cercare le soluzioni ai problemi. Con il Garante abbiamo affrontato situazioni che vedevano

coinvolto l’Ente regionale, come la sanità penitenziaria, registrando un’importante inversione di

tendenza. La Regione è presente su questo tema, con la maggiore presenza di medici specialisti e con

la implementazione dei servizi interni, tra questi l’istruzione scolastica. Abbiamo scelto di indirizzare

i programmi interni su formazione e scolarizzazione, conoscendo i nostri utenti, per dare una

prospettiva nel mondo del lavoro. E’ nostro compito offrire opportunità a tutti e non è mai troppo

tardi. Il carcere offre opportunità a tutti i livelli, dalla scuola primaria all’università, ma il lavoro

che si svolge all’interno del carcere ha poi bisogno di un dopo all’esterno. La carenza d’organico

esiste, ma dobbiamo riconoscere che negli ultimi periodi l’amministrazione penitenziaria ha dato un

grande contributo per funzionari, anche se siamo sempre pochi rispetto a quanti vorremmo essere”.

Daniela TORTORELLA (Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria): “Ho

visto in 12 anni l’esecuzione penale cambiare volto. L’impegno della magistratura di Sorveglianza

si è incrementato notevolmente ed oggi riusciamo a lavorare con risultati e strumenti

quantitativamente migliori. Lo sforzo della magistratura rimane debole se non c’è collaborazione,

con i Garanti territoriali e il Garante regionale abbiamo avviato interlocuzioni proficue lavorando

bene. Anche il mondo accademico sta avendo attenzione”.

Laura ANTONINI (Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro): “Sono felice di

essere presente perché l’avvocato Muglia e il suo staff stanno facendo un lavoro eccellente, sono

accanto alla magistratura per risolvere i molteplici problemi dell’esecuzione penale. Il Garante ci

ha tenuti costantemente informati delle sue visite ispettive negli istituti penitenziari, molto

approfondite anche rispetto a quelle che riusciamo a fare noi che, per via degli impegni giudiziari

quotidiani, sono rade. I nostri organici sono raddoppiati per la magistratura, ma non per il personale

amministrativo e per questo viviamo qualche difficoltà. Nonostante la limitatezza dei mezzi qualcosa

si sta muovendo in Calabria, testimonio personalmente come l’area sanitaria del Carcere di

Catanzaro abbia fatto un salto di qualità grazie al professore Di Mizio. Si muovono le cose per la

tutela della salute mentale anche se la strada è lunga. L’avvocato Muglia interpreta correttamente il

suo ruolo di Garante, si è messo insieme a noi a combattere e segnalare le cose. E’ importante oggi

la presenza delle scuole per far conoscere realtà di margine, facendo capire l’importanza”.

Alessia GIORGIANNI (Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria): “Il

momento della restrizione della libertà personale è un momento difficile per i cittadini e l’auspicio è

che il carcere possa migliorare le sue prestazioni”.

Emilio MOLINARI (Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna):

“Diversi concorsi sono in fase di svolgimento ed avranno anche termine nei prossimi mesi per dare

risposte, sotto diversi aspetti, ad alcune difficoltà nelle quali siamo costretti a muoverci da tempo.

L’interlocuzione con il Garante regionale è molto positiva”.

I PRESENTI

Hanno presenziato alla manifestazione i Direttori degli istituti penitenziari calabresi Giuseppe Carrà

(Castrovillari, Reggio Calabria), Patrizia Delfino (Catanzaro), Angela Marcello (Vibo Valentia),

Valentina Galati (Locri), il Vicedirettore di Reggio Calabria Roberta Velletri, i rappresentanti della

Polizia penitenziaria e i funzionari giuridico-pedagogici di diversi istituti, il Delegato regionale della

Pastorale penitenziaria Francesco Faillace, i Direttori sanitari delle Case circondariali di Catanzaro e

Arghillà, Giulio Di Mizio e Nicola Pangallo, il Responsabile della Rems di Santa Sofia d’Epiro

Gianfranco Tosti, il Responsabile della Rems di Girifalco Michele Rossi, il componente della Task

force sulla Sanità penitenziaria del Dipartimento Regionale di Tutela della salute Paolo Seminara,

nonché Salvatore Opipari per il Centro Giustizia Minorile della Calabria.

Erano presenti, altresì, il Presidente dell’Ordine Distrettuale Avvocati di Reggio Calabria Rosario

Infantino, i Garanti comunali dei diritti delle persone private della libertà personale di Reggio

Calabria e Catanzaro, Giovanna Russo e Luciano Giacobbe; il Garante della Città Metropolitana di

Reggio Calabria Paolo Praticò; il Garante della Provincia di Cosenza Francesco Cosentini; i referenti

dei Poli Universitari Penitenziari delle Università di Catanzaro e Reggio Calabria, Charlie Barnao e

Arturo Capone; il Direttore DiGiES dell’Università di Reggio Calabria Daniele Cananzi; il Dirigente

Vicario dell’Ufficio Scolastico Regionale Antonino Cama; il Commissario Straordinario ARSAC

della Regione Calabria e già senatore Fulvia Caligiuri; il Sottotenente di Vascello della Guardia

Costiera Bruno Crea; il Presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria Vincenzo Marra; il

Presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco; l’Assessore alle Pari

Opportunità del Comune di Locri Ornella Monteleone; il Presidente dell’Ordine Avvocati di Locri

Carmela Neri, il Vice Presidente dell’Ordine Avvocati di Cosenza Pierluca Bonofiglio, il Segretario

della Camera Penale di Catanzaro Orlando Sapia, il Presidente della Camera Minorile di Cosenza

Rosamaria Romano, il Presidente del Movimento Forense - Sezione di Locri Rocco Lombardo.

LA RELAZIONE

La Relazione annuale del Garante regionale ha analizza svariati aspetti dell’attività svolta.

Le ombre. Il sistema penitenziario calabrese appare abbastanza in linea con quanto riscontrato nelle

altre regioni, salvo alcune peculiarità. Le criticità rilevate riguardano: il progressivo sovraffollamento

(9 istituti su 12, con picchi elevati su Arghillà, Cosenza e Rossano); le condizioni strutturali di alcune

carceri, datate nel tempo e/o prive di manutenzione; l’inadeguatezza di molte camere detentive (talune

con schermature alle finestre o prive di doccia); l’insufficienza di alcune offerte scolastiche o

formative; l’assenza di progetti di inclusione stabili e duraturi; la carenza di organici che investe la

polizia penitenziaria, i funzionari giuridico-pedagogici, i mediatori linguistico-culturali; le lacune

della sanità penitenziaria. Il deficit del personale di polizia penitenziaria coinvolge i dodici istituti

calabresi, raggiungendo livelli allarmanti (-94 Catanzaro, -70 Vibo, -40 Palmi, -39 Rossano, -31

Reggio Arghillà, -29 Paola, -29 Castrovillari, -27 Cosenza, -24 Reggio S. Pietro, -17 Crotone, -13

Locri, -7 Laureana di Borrello). L’assenza di un numero adeguato di polizia penitenziaria genera una

serie di “effetti a catena” che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza

ed a richiedere sforzi sovraumani del personale in servizio. La carenza complessiva di funzionari

della professionalità giuridico-pedagogica è pari a 10 unità (Paola e Palmi hanno solo 1/2 unità in

servizio). Tale carenza riverbera conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo

sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative. Nonostante l’elevata percentuale di detenuti

stranieri, che in alcune carceri appartengono a 15/20 nazionalità diverse, i mediatori culturali in

organico sono pochissimi (presenti solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo di esempio, le difficoltà

che incontrano le Aree sanitarie alla visita medica di primo ingresso se il detenuto è extracomunitario.

La Sanità Penitenziaria (carenza di medici specialisti ed infermieri). Si registrano alcuni indubbi

miglioramenti, ma permangono criticità (dall’insufficienza del personale medico di continuità

assistenziale e di infermieri alla carenza di specialisti fino alle difficoltà di prestazioni o esami

strumentali). Le carenze riscontrate aggravano le difficoltà, specialmente in relazione ai detenuti con

patologie psichiatriche, costringendo tutte le altre professionalità a svolgere compiti e mansioni che

non gli appartengono. Premesso ciò, la sanità penitenziaria appare in crescente risalita. Positive sia la

rimodulazione dell’Area sanitaria e SAI nonché dei reparti di Osservazione psichiatrica e ATSM della

Casa circondariale di Catanzaro, con l’assunzione di un nuovo modello di medicina penitenziaria, sia

il Commissariamento dell’Area sanitaria della Casa circondariale di Arghillà, che ha consentito di

ripristinare i turni medici diurni, l’assistenza medica h24 e l’assegnazione di nuovi specialisti. Per il

resto, dopo la chiusura della sezione di Osservazione psichiatrica della Casa circondariale di Reggio

“S. Pietro” è necessario individuare e/o realizzare al più presto un nuovo reparto in Calabria.

Le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Le esperienze di Santa Sofia

d’Epiro e di Girifalco appaiono valide. La prima, pur con limiti strutturali, ha consolidato nel tempo

buone prassi terapeutiche (attualmente ospita 19 pazienti). La seconda, aperta alla fine del 2022,

sebbene sia una residenza di indubbia eccellenza nel panorama nazionale, ha incontrato difficoltà

dovute a ragioni logistiche e di sicurezza che ne hanno limitato la capienza (allo stato i pazienti sono

5). La capacità di accoglienza delle Rems risulta, pertanto, assolutamente insufficiente, considerato

che la lista di attesa per l’ingresso nelle stesse, conta oltre 40 soggetti e che i rischi derivanti

dall’assenza di tutela gravano, oltre che sulle persone riconosciute socialmente pericolose, sulle

rispettive famiglie e sull’intera collettività.

Le camere di sicurezza. Si tratta delle strutture idonee nella disponibilità degli ufficiali ed agenti di

polizia giudiziaria nel periodo che precede l’udienza di convalida dell’arresto (o fermo) davanti al

giudice. I transiti registrati in Calabria confermano la carenza di strutture (41 camere di sicurezza

agibili) e la notevole limitazione dei transiti all’interno delle stesse (104 nell’intero anno). La carenza

endemica di strutture in regione obbliga il pubblico ministero a disporre, quasi sempre, che l’arrestato

(o fermato) sia condotto in carcere. Si ribalta in tal modo il rapporto regola/eccezione, esponendo

l’interessato ad una “detenzione di fatto” in assenza di un provvedimento giurisdizionale.

Gli eventi critici. Le informazioni acquisite (decessi, suicidi, atti di autolesionismo, manifestazioni

di protesta, aggressioni, isolamento, infrazioni disciplinari, perquisizioni, etc) risultano di indubbio

interesse in quanto documentano nel dettaglio i numeri, la tipologia e l’entità degli eventi critici. Il

quadro complessivo mette in risalto due aspetti importanti: 1) le forme di vulnerabilità delle persone

detenute; 2) la natura dei conflitti che vengono ad instaurarsi negli istituti penitenziari.

Le luci. Con riferimento all’Area educativa e trattamentale, i progetti di istituto racchiudono

un’offerta ben articolata, nonostante le difficoltà. Buona l’attività di taluni corsi professionalizzanti

volti all’acquisizione di competenze nel mondo del lavoro e quella dei laboratori artigianali. Si pensi,

a titolo esemplificativo, all’officina di lavorazione del ferro di Locri, in cui i detenuti realizzano le

brande per gli istituti penitenziari italiani, ai laboratori di ceramiche di Catanzaro e Rossano, al

laboratorio di infissi, alluminio e verniciatura di Vibo, al laboratorio pizzeria e panificazione di Paola

o alla sartoria della sezione femminile di Reggio. A seguito dell’intervento del Garante regionale e

del Vice Presidente della Giunta regionale, Giuseppina Princi, l’Ufficio Scolastico Regionale ha

attivato alcune classi scolastiche di istruzione superiore presso le Case circondariali di Arghillà e

Palmi. Tale necessità era stata segnalata anche dai magistrati dell’Ufficio di sorveglianza di Reggio

Calabria. Viste le difficoltà insorte in altri territori, il Garante Muglia ha sollecitato la riattivazione

del Tavolo Regionale per l’Istruzione negli Istituti di Pena. Buona la proposta didattica offerta dai

Poli Universitari Penitenziari con numeri consistenti, un coinvolgimento sempre più importante e la

nascita del terzo Polo a Reggio Calabria. E’ un mondo nel quale le aspettative e le emozioni dei

detenuti si mescolano tra loro, intrecciandosi con la professionalità e sensibilità di docenti e tutor. La

varietà delle offerte formative assume una importanza fondamentale, a volte decisiva. Allorquando

alle persone detenute si offrono occasioni di formazione e di crescita i risultati non tardano ad arrivare.

Lavoro, formazione, scuola e università costituiscono un terreno fertile in cui le probabilità che la

persona in conflitto con la legge maturi una diversa percezione di sé sono oggettivamente più elevate.

Quanto alla sanità penitenziaria il sistema appare in risalita, mostrando anche alcune eccellenze. Un

plauso alla Casa di reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello e alla Sezione a custodia attenuata

della Casa circondariale di Paola, che comprovano come una detenzione “altra e diversa” garantisca

buoni risultati sia in termini rieducativi e di inclusione sociale che di riduzione della recidiva.

L’Esecuzione Penale Esterna. I dati provenienti dall’UIEPE Calabria attestano la presenza di

numeri importanti: nel 2022 gli uffici dell’interdistretto hanno gestito 8338 incarichi e nei primi sei

mesi del 2023 hanno già raggiunto il numero di 6.594 incarichi (tra misure alternative alla detenzione,

misure di sicurezza e indagini varie). Anche in questo caso è necessario rafforzare gli organici.

L’Istituto Penale Minorile. Grazie all’intervento del Dipartimento Giustizia minorile e di Comunità

la carenza di organico di Polizia penitenziaria, che perdurava da anni, è stata colmata. Dopo l’apertura

della seconda sezione detentiva e l’estensione della capienza a 36 posti è necessario potenziare il

numero dei funzionari di professionalità pedagogica (solo 2 a fronte degli 8 previsti in pianta organica)

e sopperire alla carenza di mediatori linguistico-culturali e personale amministrativo (l’organico del

comparto con funzioni centrali risulta quasi dimezzato).

Il Centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto. In data 14.02.2023 il Garante ha

effettuato una visita ispettiva presso il Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, unitamente ad

una delegazione di esperti del Garante nazionale, redigendo il relativo Rapporto. La visita traeva

origine dalla ricezione di segnalazioni aventi ad oggetto la presenza prolungata e le condizioni di

privazione della libertà personale di minori stranieri non accompagnati. Si reputano produttivi gli

sviluppi successivi e le interlocuzioni attivate tra il Garante regionale e il nuovo Prefetto di Crotone,

Franca Ferraro, circa l’evoluzione delle condizioni dei MSNA. La detenzione amministrativa presso

le strutture calabresi necessita, in ogni caso, di essere approfondita in maniera adeguata, facendo

ricorso ad un monitoraggio periodico e specialistico.

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