Report DIA. La 'ndrangheta dei due mondi: dal Canada al Sud America, passando per gli States

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Stati Uniti
  28 febbraio 2021 09:30

di PAOLO CRISTOFARO

Era il 1991 quando la DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, vedeva la luce. L'organismo interforze, messo in piedi un anno prima delle stragi che uccisero Falcone e Borsellino, da allora si occupa esclusivamente di contrastare la criminalità organizzata in Italia e anche all'estero. Come di consueto, semestralmente, l'organo investigativo pubblica dei report, significativi per cogliere gli esiti delle attività e avere un quadro della situazione sulle organizzazioni criminali che minacciano la pubblica sicurezza, la libertà dei cittadini e - come nel caso della 'ndrangheta con capitali ingenti - il corretto equilibrio economico della società. Ma se un tempo la mafia internazionale era Cosa Nostra, emblema ne era il noto Buscetta "Boss dei due mondi", ora è la 'ndrangheta ad avere potere ed estensione smisurati e a "rubare" terreno ai "compari" siciliani oltreoceano. La Dia offre un quadro ben preciso dell'estensione e delle mire espansionistiche delle 'ndrine nelle Americhe, da nord in Canada al sud America, passando per gli Stati Uniti.

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CANADA, TRA TORONTO E THUNDER BAY - Indubbiamente quando si parla di organizzazioni criminali, di droga e di business illeciti, con l'immaginazione si pensa subito più al sud America che al "tranquillo" Canada. Invece no. A prescindere dal fatto che la vendita di droga - cocaina soprattutto - avviene per lo più nei grandi paesi industrializzati a Nord, il Canada non è affatto avulso da problemi mafiosi. Oltre ad una Cosa Nostra molto attiva nell'area di Montreal, secondo la Dia la 'ndrangheta calabrese è ben inserita, come i compari siculi, a Toronto e Thunder Bay. Sottolinea la Direzione Investigativa Antimafia che "una particolare rilevanza assume la sentenza emessa, dalla Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario nel mese di febbraio 2019, a carico di un sodale degli Ursino, mediante la quale viene riconosciuta in Canada la presenza di veri e propri locali di ’ndrangheta". Presenze che stanno riproducendo dinamiche tipicamente italiane. Sempre gli investigatori parlano di "regole funzionali alla protezione e assistenza degli affiliati, la particolare forza intimidatrice dei questi ultimi e l’omertà spesso generata negli ambienti sociali". Oltre che al redditizio narcotraffico, le 'ndrine canadesi non mancano di operare nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione di appalti pubblici.

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LE 'NDRINE NEGLI STATI UNITI RIFERIMENTO PER I NARCOS - Senza dubbio la presenza di Cosa Nostra siciliana negli Stati Uniti, oltre che storicamente nota, è ancora viva. Ciò non toglie il fatto che, negli anni, la 'ndrangheta abbia avuto la capacità di ritagliarsi spazi "operativi" nell'ampio territorio a stelle e strisce, soprattutto nei grandi centri economici, commerciali e politici. Oltretutto le 'ndrine statunitensi, sempre collegate all'Italia e alle cosche calabresi, sono diventate veri e propri punti di riferimento fermissimi per i narcos sud Americani, agganci per i giri di affari e per lo smercio di sostanze stupefacenti. La Dia spiega che "lì la ’ndrangheta è ormai un affermato referente dei cartelli sudamericani del narcotraffico, insieme a sodalizi campani e pugliesi". 

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DAL MESSICO A GIOIA TAURO, TRA MEGATRAFFICI E RICICLAGGIO -  Il Messico, punto di snodo tra l'America settentrionale e quella meridionale, ma anche paese cardine nel sistema internazionale di affari delle cosche di 'ndrangheta. "La ’ndrangheta utilizza l’enorme volume di merci che transitano nel porto di Gioia Tauro, snodo strategico per il traffico di cocaina in Europa e le organizzazioni criminali transnazionali messicane riciclano il danaro sporco", afferma la Dia. I contatti con i messicani sarebbero dunque frequenti e assidui. Per contrastare il fenomeno la normativa messicana antiriciclaggio ha adottato regole ben precise per la maggior parte degli attori del settore finanziario e anche per le istituzioni di tecnologia finanziaria, già da aprile 2018. "Il Messico si è dotato, inoltre, di una Unità di Informazione Finanziaria ed è membro sia del GAFI che del GAFILAT (Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale per l’America Latina) proprio per rafforzare il contrasto al riciclaggio", scrive la Direzione Investigativa Antimafia. Un problema, quindi, che pian piano sente non più solo l'Italia, con un sistema antimafia di prim'ordine e tra i più collaudati, ma che sentono anche paesi stranieri alle prese con analoghe difficoltà. 

IL CAOS SUDAMERICANO, TRA CARTELLI, CRIPTO-VALUTE E GRUPPI PARAMILITARI - Situazione a dir poco difficile, da sempre, in America del sud. Interi stati nulla possono contro i potentissimi cartelli della droga e contro vere e proprie milizie armate a puntino a difesa di questi traffici illeciti. In questi paesi, la Colombia tra i primi, il confine tra governo e bande criminali è sottilissimo, con livelli di corruzione alle stelle, situazione politica continuamente instabile e veri e propri eserciti armati dediti al traffico di droga. "La Colombia si inserisce, tuttora, fra i principali paesi produttori di cocaina. Il consistente traffico illecito è realizzato parallelamente ad un complesso sistema di riciclaggio dei relativi proventi, attraverso transazioni immobiliari e operazioni effettuate nei casinò o mediante l’utilizzo delle cripto-valute", è scritto nella relazione DIA. Le organizzazioni criminali italiane, specie la ’ndrangheta, si approvvigionano direttamente dai cartelli colombiani dei carichi di cocaina trasferiti lungo la rotta Cile-Ecuador-Venezuela-Brasile-Repubblica Dominicana, entrando in Europa dalla Spagna e dall’Olanda", sottolineano gli investigatori. Il Paese sudamericano rappresenterebbe, seppure in maniera residuale, anche un canale di rifornimento di eroina per il mercato statunitense. Le più importanti organizzazioni criminali coinvolte nella coltivazione e nel traffico delle droghe, nonché dei precursori chimici, sarebbero i gruppi dissidenti delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia), l’E.L.N. (Ejército de Liberación Nacional), le BA.CRIM. (Bandas Criminales) e i sodalizi armati paramilitari sorti a seguito della smobilitazione delle A.U.C. (Autodefensas Unidas de Colombia). Attualmente la banda criminale più importante è considerata quella del Clan Usuga o Clan del Golfo composto da oltre il 70% dei paramilitari presenti in Colombia.

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