Fare il punto della situazione su infezioni ospedaliere, approcci attuali della stewardship antimicrobica e prospettive future in ambito diagnostico e terapeutico per contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza in Italia: sono gli obiettivi dell’incontro “Gestione delle infezioni da MDR/CR nel paziente critico: stato dell’arte e prospettive future”, ospitato virtualmente dall’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro oggi (lunedì 16 novembre) e realizzato con il patrocinio della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri e dei Servizi Farmaceutici Territoriali (SIFO), della Società Italiana Farmacologia (SIF) e con il supporto incondizionato di Shionogi Italia.
Un appuntamento che vuole stimolare la riflessione tra gli esperti e condividere nuovi approcci, trasversali e multidisciplinari, per la lotta alla resistenza batterica nella pratica clinica e che si inserisce nell’ambito degli appuntamenti internazionali dedicati a informare, sensibilizzare e sollevare l’attenzione di esperti e pubblico su questo tema: l’European Antibiotic Awareness Day in programma il prossimo 18 novembre, e la World Antibiotic Awareness Week dal 18 al 24 novembre 2020. L’antibiotico-resistenza (AMR) è una sfida sempre più grave e pressante, tanto da essere definita come una delle dieci principali minacce alla salute globale e che, si prevede, possa causare circa 10 milioni di morti nel 2050 – superando i decessi per tumore e con costi esorbitanti per i sistemi sanitari di tutto il mondo.
“Quello della resistenza agli antibiotici è un problema noto e che riguarda l’Italia molto da vicino. Proprio il nostro Paese registra un terzo del totale dei decessi nell’Unione europea, per cause correlate all’antibiotico-resistenza: parliamo di oltre 10mila casi italiani sui 33mila complessivi a livello comunitario” – commenta il Prof. Giovambattista De Sarro, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro e Responsabile scientifico dell’incontro. “Questa settimana ricorrerà l’appuntamento per la lotta contro la resistenza antimicrobica a livello mondiale e siamo lieti di ospitare un incontro che vuole mettere a fuoco criticità e nuove opportunità e armi terapeutiche per far fronte a questo fenomeno che sta mettendo in seria difficoltà il nostro Sistema sanitario e la nostra capacità di curare in modo adeguato, efficace e tempestivo, molte infezioni con esiti fatali per i pazienti”.
Aumentare la consapevolezza di tutti i professionisti sull’importanza del tema delle resistenze batteriche e del corretto impiego degli antibiotici è il primo passo per far perdere all’Italia il posto sul podio europeo per consumo di antibiotici e per la prevalenza di ceppi resistenti. È necessario quindi pensare ad approcci integrati e multidisciplinari, che mettano a sistema le competenze delle diverse figure professionali coinvolte e preveda l’attuazione di misure congiunte ai vari livelli quali l’educazione a un uso appropriato degli antibiotici, azioni di prevenzione delle infezioni e di sorveglianza microbiologica e l’adozione di strategie di controllo in ambito ospedaliero.
“Il momento storico che stiamo vivendo, ha fatto emergere tutta la complessità del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, un’emergenza che ha raggiunto livelli preoccupanti. Per combattere l’AMR occorre mettere a sistema le varie competenze e affrontarla con un approccio trasversale, dove tutte le professionalità - infettivologi, microbiologi, farmacologi clinici, farmacisti ospedalieri, igienisti, direttori sanitari, intensivisti, chirurghi e risk manager – siano orientate da linee guida e programmi di amministrazione antibiotica condivisi” – spiega la Dott.ssa Adele De Francesco, Direttore dell’U.O. Farmacia presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini di Catanzaro. “Oltre alla collaborazione tra specialisti, è necessario un maggiore impegno nell’applicazione di misure di prevenzione, sorveglianza e controllo, disporre di nuove ed efficaci armi terapeutiche e orientare la formazione del personale sanitario verso un cambiamento culturale nell’applicazione dell’appropriatezza dell’uso di antibiotici. I farmacisti ospedalieri e territoriali attuano un costante monitoraggio delle prescrizioni al fine di limitare il possibile sviluppo di ulteriori resistenze”.
In particolare, l’emergenza è oggi quella delle infezioni correlate all’assistenza: in Italia circa l’8% dei pazienti ospedalizzati contrae un’infezione. Si tratta spesso di pazienti in condizioni già critiche e con limitate opzioni di cura, che contraggono infezioni causate dai cosiddetti ‘super batteri’, patogeni Gram-negativi multi-resistenti e resistenti ai carbapenemi quali Acinetobacter baumannii, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Enterobacterales, tutti considerati di priorità critica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Di fronte a questa criticità, è sempre più urgente l’esigenza di disporre nuove e più efficaci armi terapeutiche, antibiotici innovativi che siano in grado di ridurre decessi e complicanze e di agire su ceppi resistenti.
“In epoca COVID-19, le altre priorità infettivologiche non devono venire dimenticate” – interviene il Prof. Carlo Torti, Direttore dell’UOC di Malattie infettive e Tropicali presso il Policlinico Universitario Mater Domini di Catanzaro. – “Piuttosto, esse devono essere riconosciute in maniera ancora più definita e tutte le misure di prevenzione e controllo devono essere messe in atto in modo ancora più determinato per non aggravare ulteriormente il carico di malattia, morte e costi sul sistema sanitario, che avrebbero conseguenze ancora più gravi in un periodo di estrema vulnerabilità del sistema sanitario, sociale ed economico come quello che stiamo vivendo. Tra tutte, il problema dell’antimicrobico-resistenza merita un’attenzione particolare con uno stretto monitoraggio epidemiologico, razionali strategie di stewardship, impiego razionale dei nuovi e vecchi antibiotici, non disgiunti da azioni di infection control”.
Le infezioni ospedaliere sono un problema intrinseco delle strutture sanitarie ed è qui che i ‘super batteri’ si sviluppano più facilmente. La lotta contro l’antibiotico-resistenza deve quindi partire dalle aziende ospedaliere attraverso misure che possano ridurne la pericolosità, sia tramite l’applicazione delle procedure previste - dal corretto e frequente lavaggio delle mani all’uso di guanti e attrezzature sterili - sia attraverso la sorveglianza e il potenziamento dei servizi di risk management.
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