“Reti solidali”, a Catanzaro un torneo di calcio a 5 nel segno dell'integrazione

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images “Reti solidali”, a Catanzaro un torneo di calcio a 5 nel segno dell'integrazione

  29 giugno 2024 23:27

di MARCO VALLONE

Lo sport come strumento straordinario di integrazione tra chi vive nei territori che ospitano, e le persone che arrivano in questi stessi luoghi, dopo lunghi, difficili e tortuosi viaggi alla ricerca di un futuro migliore di quello vissuto nel proprio ambiente natio.

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E' stato questo lo spirito che ha animato l'iniziativa “Reti solidali”, svoltasi a Catanzaro presso il Centro Sportivo “Fe.Ro." a partire dalle 14:30 di ieri pomeriggio, momento nel quale si è aperto questo torneo di calcio a 5 nel segno dell'integrazione con la benedizione da parte di padre Pietro Puglisi, presidente della Fondazione Città solidale. L'evento è stato promosso dall'associazione MSNA“Tutori volontari della Calabria” e dall'A.S.D Città di Catanzaro, con il patrocinio del Comune di Catanzaro, e si è concluso questo pomeriggio con un dibattito presentato e condotto da Rosangela Catizzone, presidente della Fondazione Don Calabria per il Sociale, e le relazioni di Domenico Oliverio, presidente dell'associazione Msna Tutori Volontari della Calabria, e di Rosario Bressi, presidente dell'Arci di Catanzaro. Presenti all'iniziativa anche diversi esponenti della Cisal, tra cui il segretario provinciale Giuseppe Mazzei, che hanno tenuto a ringraziare i presenti e chi ha avuto modo di organizzare ed implementare l'evento nel suo svolgimento.

Al termine del dibattito, è seguita la premiazione del torneo, che ha visto la partecipazione di 5 squadre provenienti da tutta la Calabria, con in organico ragazzi dalle più diverse provenienze geografiche di origine, su scala globale. Più precisamente, hanno partecipato le seguenti cinque squadre: I Furfanti, ASD Città di Catanzaro, San Martino Settingiano, Catanzaro Minori Squillace e Cas Enea. Quest'ultima, Cas Enea, si è aggiudicata la vittoria finale del torneo.

Rosangela Catizzone, che si occupa di minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia nel tentativo di realizzare il proprio futuro, ha affermato dinnanzi ai ragazzi presenti come l'obiettivo della Fondazione Don Calabria per il Sociale sia quello di “cercare di dare un contributo per realizzare i sogni per cui questi ragazzi sono partiti. Ringraziamo anche il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che è sempre molto sensibile al tema dei minori. Ci auguriamo di replicare questo genere di eventi anche in altri territori. Ad esempio tengo a sottolineare come la struttura di accoglienza afferente al gruppo SAS di Celico, in provincia di Cosenza, si sia fatta promotrice, qualche giorno fa, di un altro evento sportivo. Auspichiamo fortemente che i ragazzi qui presenti si possano impegnare nella vita così come oggi hanno voluto dimostrare di voler fare in campo”.

Domenico Oliverio, Presidente dell'associazione Msna (Minori Stranieri Non Accompagnati) “Tutori volontari della Calabria”, ha a sua volta affermato come “alcuni di questi ragazzi hanno un tutore. E chi lo ha sa che il tutore può essere qui un grande aiuto, nonostante le difficoltà per arrivare in Italia, e nonostante le sofferenze per la lontananza dai luoghi dove questi giovani hanno le loro famiglie, e le molte diversità di cibo, lingua e tradizioni che si trovano a dover vivere ed affrontare. Ci sono inoltre difficoltà, ad esempio, anche nell'ottenere i permessi di soggiorno. Il tutore allora aiuta a fare delle cose che nessun ragazzino dovrebbe fare: è di supporto nell'ottenere documenti o anche per iscriversi a scuola. Cose che, normalmente, farebbero i genitori di ogni ragazzino. Il tutore inoltre è di aiuto anche semplicemente per un consiglio o per un abbraccio. Noi abbiamo a cuore il benessere di questi ragazzi, vogliamo che possano raggiungere le loro aspirazioni e che possano quindi essere felici. C'è inoltre, da parte nostra, la volontà di arricchirsi con la cultura di questi giovani: desideriamo diventare una comunità variegata ed accogliente. Ogni tanto siamo con loro dei rompiscatole, ma proprio nel senso in cui lo sarebbero un padre o una madre in casa propria. Lo facciamo per il loro bene, perché ci sono persone che invece spesso promettono mari e monti, ma facendo percorrere poi strade sbagliate. Attraverso i nostri consigli vogliamo cercare di non far perdere mai questi ragazzi. Oltretutto, crediamo che i giovani di Catanzaro che hanno partecipato a questo torneo siano stati arricchiti a loro volta da questo confronto tra diversità. Ognuno di noi deve prendere il meglio dagli altri: sarebbe bello” - ha proseguito Domenico Oliverio rivolgendosi ai ragazzi - “che ognuno di voi scambiasse con gli altri un contatto instagram, un numero di telefono, un contatto whatsapp. Siamo esseri umani che vivono nello stesso territorio. Il tribunale, quando ci dà degli incarichi, ci chiede di prenderci cura di voi. E questo è esattamente quello che intendiamo fare. Con questa bella opportunità oggi questa città ha vinto”.

Rosario Bressi, presidente dell'Arci di Catanzaro, ha infine sottolineato come “l'Arci, al pari di altre associazioni, sui discorsi relativi all'integrazione è sempre in prima fila. Lo sport è parte importante della mia vita, ma l'altra parte collima con l'associazionismo e il terzo settore. Siamo in prima fila per l'accoglienza e per non abbandonare a se stessi questi ragazzi. Aumentano sempre di più le restrizioni, anche quando invece c'è necessità sempre maggiore di creare integrazioni. Il calcio ha un linguaggio universale. Invito tutti a prendere ad esempio lo sport, anche le istituzioni, perché l'integrazione fatta con lo sport è l'emblema del rapporto che dovrebbe esserci tra chi vive nei nostri territori e chi arriva sbarcando dal mare, cercando qualcosa che, nei posti dai quali queste persone arrivano, non c'è. Ha vinto la città oggi, ha vinto chiunque abbia organizzato. Queste iniziative dovrebbero esserci più spesso, e come terzo settore abbiamo il dovere di non far cadere l'attenzione rispetto ai processi di integrazione. Siamo tutti migranti, siamo tutti fratelli, ed è impensabile che nel 2024 ci possano ancora essere fenomeni di ghettizzazione e di razzismo”.

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