di PAOLO CRISTOFARO
Niente Piano Strutturale Associato (P.S.A.) tra i comuni di Squillace e Stalettì. Dopo quasi 12 anni dall'approvazione del protocollo d'intesa - era il 10 settembre 2008 - non si è partorito questo tanto atteso Piano Strutturale, nonostante il finanziamento regionale, nonostante gli impegni presi, nonostante le numerose difficoltà derivate dalla mancata elaborazione dello stesso. A volere retrocedere, stando alle carte, il Comune di Stalettì, oltretutto Ente capofila dell'intesa. La Regione Calabria aveva concesso, come detto, un contributo di 27.410,67 per la redazione dello stesso.
Secondo quanto scritto nella delibera comunale di Squillace - n°59 del 20/11/2019 - "il Comune di Stalettì, successivamente alla convocazione del 27 novembre 2017 dallo stesso presenziata, non ha predisposto alcun atto in relazione alla propria attività di presidenza dell'associazione; di contro il Comune di Squillace si è dovuto attivare per illustrare formalmente alla Regione Calabria la propria posizione con PEC del 6/12/2017". Insomma, il Comune di Stalettì - stando a quanto riporta l'Ente squillacese - ha proposto la retrocessione dall'intesa "nonostante le chiare e concrete intenzioni del Comune di Squillace di dare atto all'associazione intercomunale".
Da stabilire, tuttavia, le cause che hanno spinto Stalettì ad voler sciogliere l'intesa con Squillace, forse dettate da problematiche tecniche e da mancati accordi su varie questioni. Da stabilire anche gli esiti finanziari di questa svolta, dato che Squillace potrebbe voler chiedere indietro dei soldi al paese vicino. La retrocessione, comunque, consentirebbe "di sgravarsi da ogni forma di inerzia e di accelerare i tempi di redazione del P.S.A., dando concrete risposte alle aspettative dei cittadini della Città di Squillace" prosegue la delibera. Le questioni relative alla regolamentazione urbanistica, sia a Squillace che a Stalettì, sono molto sentite, essendo, entrambi i comuni, da anni soggetti a dinamiche di abusivismo edilizio, soprattutto nelle zone marine. Si tratta di questioni amministrative delicate che, alla luce di questo ulteriore cambiamento di rotta, non mancheranno di far discutere.
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