Riammesso in servizio? No. Anzi, l'Asp di Catanzaro lo licenzia per altri "gravi reati"

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L'ingresso dell'Asp di Catanzaro e dell'ex Pugliese (dove c'è una parte rilevante di amministrativi della Dulbecco)

Il dipendente aveva da poco ottenuto l'annullamento della sospensione dal lavoro per 'Cartellino Rosso', ma l'Asp 'scopre' che nel casellario giudiziario c'era altro. Licenziato per giusta causa

  07 agosto 2020 18:37

di GABRIELE RUBINO

Pugno durissimo dell'Asp di Catanzaro. La commissione prefettizia ha deciso di licenziare per giusta causa un dipendente perché è venuta a conoscenza di un casellario giudiziario non propriamente immacolato. Circostanza che non sarebbe stata comunicata dal diretto interessato. Si tratta di Marcello Ferro, già indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Cartellino Rosso', l'operazione condotta dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Catanzaro e che il 24 aprile scorso ha colpito 57 dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro accusati di assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro.

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Ferro, in realtà, proprio in relazione a 'Cartellino Rosso' (all'epoca dei fatti dipendente del Pugliese), aveva da poco ottenuto l'annullamento della misura cautelare della sospensione dal lavoro di un anno (LEGGI QUI). Una volta che potevano aprirsi le porte della riammissione in servizio, l'Asp ha 'tirato fuori' le carte (antecedenti a 'Cartellino Rosso') per mandarlo a casa. "Considerato che questa Azienda- si legge nel provvedimento firmato dai commissari-, è venuta a conoscenza in data 25/05/2020 che, nei confronti del Sig. Marcello Ferro dal casellario giudiziale risultano gravi reati, per come indicati nello stesso in atti presso l'U.O. G.R.U. (Gestione Risorse Umane, ndr) per i quali non è possibile la prosecuzione del lavoro con la Pubblica Amministrazione ed occorre procedere all'immediato licenziamento". La terna prefettizia, già a gennaio, aveva richiesto al Tribunale di Catanzaro (per tramite l'ufficio Personale)  di conoscere i casellari giudiziari e i carichi pendenti di tutti i dipendenti dell'Asp. I dati sono stati appunto comunicati il 25 maggio scorso.

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Ferro nei mesi scorsi, tramite la mobilità per compensazione, era passato dal Pugliese all'Asp, tuttavia secondo quanto recita il provvedimento "all'atto di assunzione con dichiarazione sostitutiva di certificazione art. 46 DPR 445 del 28/12/2000 dichiarava di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l'applicazione di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi iscritti nel casellario giudiziale".

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Accertata la discrepanza, i vertici dell'Asp per motivare il licenziamento rispolverano la recente giurisprudenza della Cassazione. "In presenza di certi requisiti tra cui quelli relativi alle pregresse condanne penali, una regola certa - si legge nell'atto- di incompatibilità con l'accesso al pubblico impiego è la decadenza del rapporto che opera di diritto". In questi casi non ci sarebbe nemmeno bisogno di aprire un procedimento disciplinare interno. Ed ancora, "il determinarsi di falsi documentali o dichiarazioni non veritiere in occasione dell'accesso al pubblico impiego è causa di decadenza, per conseguente nullità del contratto, allorquando tali infedeltà comportino la carenza di un requisito che avrebbe in ogni caso impedito l'instaurazione del rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione". Con queste poche righe viene così 'liquidato' il dipendente. La scure dei commissari dell'Asp di Catanzaro (Latella, Tancredi e Gullì) è calata di nuovo.   

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