Riapertura delle scuole secondarie di secondo grado: i sindacati esprimo dubbi e perplessità

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Banchi di scuola
  02 gennaio 2021 15:37



"Potenziamento del sistema dei controlli sanitari, dei dispositivi di sicurezza, del tracciamento dei
contagi mediante l’utilizzo di tamponi rapidi e di una corsia preferenziale per tutte le componenti
scolastiche; priorità anche per il personale scolastico nella campagna vaccinale;  potenziamento dei servizi e dei trasporti, coordinato a livello territoriale con l’orario di funzionamento delle scuole, nel rispetto delle decisioni delle autonomie scolastiche". Sono le richieste avanzate ai prefetti calabresi, dirigenti ambiti territoriali, assessore regionale, presidente facente funzione, presidenti di provincia da parte di FLC CGIL Domenico Denaro FSUR CISL SCUOLA Arcangelo Carbone UIL SCUOLA RUA Paolo Pizzo SNALS CONFSAL, Aldo Romagnino ANP, Giuseppe Gelardi Di.S.Conf., Francesco Talarico. 

"Le scriventi Organizzazioni Sindacali ritengono non accettabile riversare sulle scuole responsabilità e compiti che non sono proprie, e che, ovviamente, competono ad altri (es.: monitoraggio e piano trasporti all’Assessorato Regione Calabria), mentre, d’altro canto, si assiste ad un tentativo di limitare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche, nello specifico “l’autonomia organizzativa” sancita dal D.P.R. 275/99.

La riorganizzazione del tempo scuola come ventilata non appare un’opzione praticabile, mentre lo sarebbe
aumentare, a parità di orario, le corse indirizzate ai pendolari, anche con il ricorso alle ditte private e/o del
settore turistico e, ove possibile, con bus riservati agli studenti. In conclusione, si ritiene che l’unica soluzione resta il rientro in presenza del 50% della popolazione scolastica, con un unico turno di entrata e di uscita (o con due turni intervallati da 10/15 minuti). Le scuole sono perfettamente in grado, nella loro autonomia, di garantire pari condizioni a tutti con il ricorso alla rotazione delle classi in presenza", continuano i sindacati.

"Le proposte sopra esposte, scaturite dall’esperienza maturata sul campo “scolastico”, sono sottoposte
all’attenzione delle SS. LL. anche alla luce di un’analisi congiunta del DPCM 3 dicembre 2020 e della
conseguente nota diramata a tutte le scuole dal Ministero dell’Istruzione (nota prot. 2164 del 9 dicembre
2020 a firma del Capo dipartimento Marco Bruschi). Proprio con riferimento a tale ultima considerazione sulla sicurezza, riteniamo che una soluzione alternativa potrebbe consistere nel prevedere la presenza a scuola del 50% delle classi con un unico turno di entrata. Ciò permetterebbe, da un lato, di limitare l’affollamento dei mezzi pubblici, dall’altro, si
eviterebbero tutte le criticità evidenziate nei precedenti punti, si conserverebbe l’attuale orario delle lezioni
e si limiterebbero le variazioni ad una più semplice turnazione delle classi fra presenza e distanza,
determinabile in autonomia dalle scuole, come vuole la normativa che le riguarda (autonomia
organizzativa prevista dal DPR n. 275/1999)", scrivono ancora. E ancora: 

"Nel superiore interesse degli studenti, già ampiamente penalizzati dalla situazione critica verificatasi
nell’ anno scolastico 2020/2021, nonché dalla pregressa interruzione delle attività didattiche in presenza
avutasi per la gran parte dell’anno scolastico scorso, riteniamo, non applicabile la ventilata flessibilità
oraria che prevede una (Prov. Di Vibo Valentia) /due (altre Provincie) ore di distanza tra il primo e il
secondo ingresso di studenti a scuola in quanto si possono facilmente prevedere una serie di criticità
difficilmente affrontabili : 1. Orario giornaliero di lezione di 6 ore: soprattutto nei tecnici e nei professionali, ma talora anche nei licei, l’orario delle lezioni prevede le 6 ore (ovviamente si parla di lezioni curricolari con
esclusione di PCTO, corsi di recupero, progetti), con attività di Esecuzione e di Interpretazione
pomeridiane per i Licei Musicali e Coreutici previsti dagli Ordinamenti, di conseguenza gli
studenti del secondo turno entrando a scuola alle 9:00/10:00 dovrebbero inevitabilmente uscire
alle 15.00/16.00 e 18:30 per gli altri casi, senza che ne venga garantito il rientro. La maggior parte delle scuole non è fornita di locali da adibire a mensa, perciò si deve accettare che studenti
e insegnanti non pranzino, in quanto il consumo di cibo nelle aule non è autorizzato e
comporterebbe interventi di pulizia e sanificazione oggettivamente impraticabili;
2. Non è previsto, per le scuole in oggetto, un tempo mensa. Gli studenti non possono e non
debbono pagare prezzi troppo alti: le condizioni di permanenza a scuola sono già
complicatissime fra distanziamenti, mascherine, turni per l'utilizzo dei servizi igienici e
permanenza continua al banco. Risulterebbe molto difficile aggiungere a questo l'impossibilità di
consumare un pasto in condizioni per lo meno accettabili e rientro a casa ad ore preserali senza
possibilità di dedicarsi seriamente allo studio; 3. Molti docenti prestano servizio su più scuole (spesso anche lontane tra loro) e il loro orario è organizzato tenendo conto delle esigenze delle diverse scuole, sarebbe impossibile gestire un orario che tenga conto della flessibilità di una/due ore che ogni singola scuola dovesse
prevedere. La proposta di un ingresso diversificato in due turni comporta anche la rivisitazione
dell’orario dei docenti - opera estremamente complessa e pressoché impossibile in molti casi -
dato il gran numero di esigenze e di vincoli da rispettare. Nella maggior parte degli Istituti, sono
presenti docenti che, nella migliore delle ipotesi operano su più plessi e, nella peggiore, su più
istituti, talora dislocati su territori comunali differenti. 4. Gli Istituti tecnici e professionali hanno sezioni serali per i lavoratori, che inizierebbero le lezioni in concomitanza con l’uscita del secondo turno degli studenti del diurno: in questo caso sarebbe impossibile gestire l’uscita dei corsi in contemporanea all’ingresso di quelli del serale; inoltre, in
questa ipotesi, la sanificazione dei locali scolastici delle aule, dei bagni e delle aree comuni oltre 
ad effettuare la vigilanza ed essere di supporto alle necessità degli alunni disabili, fra un turno e
l’altro, sarebbe praticamente impossibile; 5. Il personale ATA sarebbe insufficiente per la gestione di orario così dilatato, sia per quanto riguarda gli assistenti tecnici (indispensabili al funzionamento dei laboratori), sia per quanto
riguarda i collaboratori scolastici che devono garantire la pulizia e la sanificazione delle aule, dei
bagni e delle aree comuni oltre ad effettuare la vigilanza ed essere di supporto alle necessità
degli alunni disabili. 6. Tutte le attività di recupero e potenziamento previste nel pomeriggio verrebbero
conseguentemente ridotte, o peggio annullate, con grave danno per gli allievi ed un complessivo
impoverimento dell’offerta formativa.

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