di CLAUDIA FISCILETTI
Con la pubblicazione del bando “Riapri Calabria”, molte microimprese colpite dalla crisi causata dal covid hanno iniziato a vedere la luce alla fine del tunnel. Il bando, infatti, prevede un bonus di 2mila euro per coloro che presentano i requisiti e che ne faranno richiesta. Tuttavia l’intervento, realizzato con risorse del POR Calabria 14/20, non sembra comprendere tutte le attività economiche con un codice Ateco, a farlo notare è Francesco Piro, attivo da vent’anni sul territorio calabrese con la sua scuola di danza Maison d’Art, a Catanzaro.
“Ho letto tutti i codici Ateco che possono partecipare al bando ma manca quello che riguarda i corsi di danza”, afferma Piro dalla cui scuola di danza è uscito un vero e proprio astro nascente come Marco Masciari che quest’anno ha trionfato nel Prix de Lausanne.
La Maison d’Art è chiusa dall’8 marzo, come stabilito dai previ decreti del Governo, ma Piro ha comunque deciso di dare lezioni online gratuite ai suoi allievi, prendendo anche l’ardua decisione di non ricominciare i corsi nel mese di giugno, ma di ripartire direttamente a settembre. “La mia è una ditta individuale che però è registrata come scuola di ballo nella partita iva e ho un codice Ateco che riguarda specificamente i corsi di ballo, dunque non è un codice che si può accorpare alle palestre o alle sale da ballo”, spiega Piro che è amareggiato per questa situazione, l’ennesimo colpo sferrato da un periodo non proprio florido, causato dal coronavirus.
“Trovo assurdo il non poter fare domanda per il bando solo perché la Regione non ha inserito il codice di cui faccio parte, dopo che ho una scuola di danza riconosciuta e pago regolarmente tasse e contributi”, continua Piro che ha fatto bene attenzione a tutte le attività economiche che possono accedere al bando, a partire dall’operatore cinematografico, alle palestre di pattinaggio, a quelle di tennis.
“Perché la Regione Calabria, prima di fare un bando così importante, non ha verificato tutti i codici Ateco?”, si chiede Piro che ha anche chiamato il centralino della Regione per avere delucidazioni: “Ho esposto il problema e mi hanno risposto che, se il codice non è presente, non posso fare alcuna richiesta”. Una situazione che quindi non sembra avere alcuna soluzione e che non presenta una via d’uscita per coloro che, come Francesco Piro, hanno sperato invano di poter contare su questo intervento messo in campo dalla giunta regionale.
“Ho sempre creduto nella nostra Italia così come ho sempre creduto nella mia Calabria, ma al momento mi sento demotivato ed amareggiato”, conclude Piro.
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