Il consigliere Riccio: "A Catanzaro personale non utilizzato per far fronte all’emergenza. Non è questa la vera mafia?"

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Eugenio Riccio

Il consigliere comunale si chiede "perché il personale del servizio di Epidemiologia e del dipartimento prevenzione non viene messo “su strada” per gestire dal punto di vista logistico tracciamenti e quarantene"

  17 novembre 2020 14:06

"Personale tenuto in panchina. A far cosa? Ci piacerebbe saperlo. Ma non per soddisfare una nostra pruriginosa curiosità, ma per dare risposta a cittadini che pagano per servizi che non hanno".

Così in una nota stampa del consigliere comunale Eugenio Riccio, che ricorda come nei giorni scorsi Giuseppe Caparello, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asp di Catanzaro, ebbe a notificare a tutte le autorità sanitarie provinciali di Catanzaro l'impossibilità e l'incapacità del suo dipartimento nella costruzione dei contatti dei casi positivi (tracciamento). 

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"Allora perché il personale del servizio di Epidemiologia, - prosegue Riccio - caso più unico che raro in tutta Italia,  e del dipartimento prevenzione non viene messo “su strada” per gestire dal punto di vista logistico tracciamenti e quarantene, così da non dover tenere chiuse in casa decine di persone che tra l’altro non sanno neanche  quale è il loro reale stato di salute, con tutte le conseguenze che questo comporta".

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"Ha ragione il procuratore Gratteri - incalza Riccio - a dire che le mafie approfitteranno dello stato di emergenza, ma vorremmo ricordare che le mafie, che ovviamente non sono più quelle armate e con la coppola di storica memoria, nelle inefficienze della burocrazia e delle istituzioni troveranno un’autostrada su cui far correre i loro loschi affari. Pare che a nessuno interessi far finire presto lo stato di emergenza mentre nel frattempo i cittadini sono costretti a recarsi "a pagamento" dai "privati" anche per un semplice tampone. E questo, caro dottor Gratteri, - conclude - è un atteggiamento quasi più pericoloso di quello dichiaratamente mafioso".

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