«Le recenti dichiarazioni Gianmichele Bosco impongono una riflessione seria. Bosco, espressione della sinistra più ideologizzata, è stato eletto presidente del Consiglio comunale di Catanzaro con i voti decisivi di una parte del centrodestra. Ma oggi, con tono da politologo e moralizzatore, si propone di fomentare il dibattito cittadino, dimenticando forse da dove arriva e grazie a chi siede su quella poltrona.»
«Le sue esternazioni sembrano rispondere più a giochi di equilibrio politico e ad ambizioni personali che a reali interessi della città. Quanto al presidente Occhiuto, la sua scelta di dimettersi per chiedere un nuovo mandato ai calabresi è un atto di trasparenza. Cosa c’è di più democratico del voto dei calabresi? Un gesto che dovrebbe far riflettere chi oggi governa Catanzaro. Ma ci rendiamo conto che il coraggio di osare è virtù di pochi. Fiorita e compagni continuano a restare aggrappati alle loro poltrone, mentre Catanzaro è paralizzata: cantieri fermi, servizi insufficienti, cittadini sempre più delusi. Il compagno Bosco dimentica che il governo Occhiuto, con l’intercessione di chi vuole il bene del Capoluogo a prescindere dai colori politici, ha stanziato un ingente finanziamento per la riqualificazione del porto in favore del Comune, ma il progetto è totalmente sparito dai radar. A Bosco ricordiamo, inoltre, che senza l’investimento del governo regionale di centrodestra i giallorossi non avrebbero potuto disputare, a Catanzaro, le partite della Serie B ma si sarebbero dovute giocare in campo neutro. Circostanza che, probabilmente, avrebbe portato alla caduta dell’attuale amministrazione comunale. Bosco filosofeggia e dimentica queste cose molto concrete. È chiaro come abbia iniziato la sua personale campagna elettorale in vista delle prossime Regionali, ma almeno abbia la decenza di ammetterlo e, soprattutto, di avanzare proposte piuttosto che limitarsi a criticare gli altri. Sempre se è all’altezza di fare proposte sensate».
«E infine, un chiarimento necessario: Catanzaro è il capoluogo della Calabria e sede della Giunta Regionale. Dove avrebbe dovuto dimettersi Occhiuto, se non qui? Le critiche dovrebbero almeno avere coerenza istituzionale.»
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