Ricompattare il Pd catanzarese, missione difficile ma non impossibile. Congresso e candidatura a Sindaco nervi scoperti

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Nicola Irto
  24 gennaio 2022 15:33

di ENZO COSENTINO

Ricompattare il Pd a Catanzaro. Operazione difficile, ma non impossibile! E’ come il gioco dei bambini, alla portata dei grandi: ricomporre il puzzle delle correnti ufficiali e di quelle  mimetizzate. Una situazione che si protrae da tempo e che ora è al capolinea. Lo ha capito anche il neo segretario regionale Nicola Irto. Vuole veder chiaro e tentare di appianare divergenze per una equa distribuzione della “torta” della governance del Partito nel Capoluogo. Appuntamento, comunque, rimandato a dopo le elezioni presidenziali. Incombe l’appuntamento con il Congresso della federazione provinciale. Un primo passo con percorso ad ostacoli. Del resto nella sua non tanto remota storia il Congresso di Catanzaro è stato sempre costellato da fibrillazioni, incertezze nelle candidature – non tanto quelle assembleari che lasciano il tempo che trovano anche perché “avanti c’è posto per tutti”(e come sugli autobus affollati c’è sempre chi è destinato a restare in piedi)- soprattutto quelle per la scelta del segretario. Condiviso? Per il prossimo appuntamento congressuale a Catanzaro si guarda, forse con occhi languidi, a questa eventualità. Dipende! Da cosa? Da quanto è alta la febbre da potere. Un Congresso unitario alla stessa stregua di quello vissuto dal “regionale” non sarebbe poi una scelta errata. La sua valenza, appunto, dipende dagli uomini che nel Partito dem contano, cioè possono fare la voce grossa. Al momento di candidature alla segreteria della federazione provinciale catanzarese è pronta soltanto quella del coordinatore dei Circoli cittadini, Salvatore Passafaro, la prima ad essere presentata prima che il commissario regionale all’epoca ancora in carica, Stefano Graziano, spostasse le date dei congressi. Situazione fluttuante anche perché incertezze ve erano e forse ancora ve ne sono e riguardavano una scelta da fare nel gruppo del consigliere regionale Alecci.

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I pretendenti all’ambita carica? Giusi Iemma e Domenico Giampà. Sui quali a quanto si racconta (perché la politica è diventata una favola con fate, fatine, cenerentole, orchi e principi azzurri) il capo corrente non si sarebbe mai espresso. Ora che alla dottoressa Iemma è stata assegnata la presidenza dell’Assemblea regionale, resta in corsa Domenico Giampà, sindaco di San Pietro a Maida. La mediazione del neo segretario Irto servirà a qualcosa e quindi spianare la strada verso un congresso unitario.  Possibile anche perché le mozioni (concepite sempre per emozionare)pressappoco sono tutte identiche non potendo prescindere da temi come democrazia interna, sanità, lavoro, Area Centrale, giovani da motivare verso la politica.

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La situazione del Pd è tenuta sotto osservazione dalle altre componenti della Nuova Sinistra di cui il  partito dem ritiene accampare la leadership. I partner della coalizione però chiedono un partito forte e coeso. Il Pd è impelagato nella operazione “candidature a Sindaco” per il Capoluogo di regione. Altra operazione delicata già avviata ma con una partenza sofferta. Tanto è vero che due dei quattro candidati che volontariamente si erano offerti– Valerio Donato e Aldo Casalinuovo- si sono posizionati con le loro candidature già annunziate su posizioni autonome e di preciso taglio civico. Niente legami con il Pd. Fabio Guerriero, leader dei “Socialisti e Democratici”, costola funzionale al Pd  ha preso anche lui le distanze dal partito democratico. In campo –ma senza ancora una riconosciuta designazione-il leader di “Cambiavento” Nicola Fiorita che a prescindere da quanto potrebbe, nei prossimi giorni, maturare nel Pd è già in campagna elettorale a titolo personale. Non si possono escludere sull’argomento colpi di coda bensì l’eventualità di novità.

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