di PAOLO CRISTOFARO
E' passata una settimana dal rogo che ha devastato l'impianto di stoccaggio di rifiuti solidi urbani della "Eco Management" a Squillace. Ci sono voluti cinque giorni e un importante dispiegamento di uomini e mezzi per spegnerlo. Dentro c'erano circa 900 tonnellate di carta, plastica, alluminio e vetro. Il centro raccolta rifiuti accoglieva, tra gli altri, anche i mezzi della Sieco S.p.a., che depositavano lì la spazzatura raccolta a Squillace stessa. Ma, a dire la verità, un documento del febbraio scorso, ci spiega che, probabilmente, l'Ente comunale aveva altre possibilità per il deposito dei propri rifiuti solidi urbani in sicurezza.
UN CENTRO RACCOLTA RIFIUTI IN FUMO, L'ALTRO "SFUMATO" - Tra i decreti dirigenziali della Regione Calabria il n°754 può fornire alcune risposte. Risale al 3 febbraio 2020 e riguarda un progetto, a valere sui fondi POR Calabria FESR 2007-2013, relativo alla possibilità di "Realizzazione o adeguamento centro di raccolta a supporto della differenziata dei rifiuti solidi urbani", partito con una convenzione del 2 luglio 2012. Il progetto prevedeva un finanziamento, al quale Squillace era sta ammessa, di 60mila euro regionali, più 15mila messi in campo dal Comune per migliorare o realizzare nuovi siti di raccolta rifiuti. Il problema? Il documento di febbraio scorso era la revoca di quel finanziamento, bloccato dalla Regione Calabria per una "colpevole condotta del Comune di Squillace".
LA DOCUMENTAZIONE MAI PRESENTATA, I SOLLECITI E LA REVOCA - La graduatoria, nella quale era rientrata anche Squillace, è stata pubblicata il 30 marzo 2012. Il 4 maggio del 2015, tre anni dopo, al Comune viene erogata la prima anticipazione del 30% del contributo, di circa 13mila euro. Il 30 luglio dello stesso anno viene erogata la seconda, di circa 22mila euro. Il problema è che gli adempimenti burocratici del Comune non sono mai stati portati a termine, tanto da costringere la Regione Calabria ad optare per la revoca e la richiesta di restituzione delle somme versate. La Regione scrive nel documento di febbraio scorso che "non c'è stato alcun seguito da parte del Comune di Squillace, nonostante i diversi e ripetuti solleciti da parte del Settore Rifiuti, con cui si invitava il beneficiario alla trasmissione degli atti finali". Uno degli ultimi solleciti è datato 28 dicembre 2016. L'11 dicembre del 2019, infine, è stato avviato il procedimento di revoca, contro il quale, scrive sempre la Regione, "il Comune non ha prodotto controdeduzioni". In poche parole il Comune avrebbe potuto quindi beneficiare di ben 60mila euro di fondi regionali per costruire o adeguare un sito per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, ma l'ha perso perché non ha completato l'iter burocratico.
LE COMPLESSE DINAMICHE COMUNALI - Gli anni tra il 2012 e il 2016, però, sono stati particolari per il Comune. Intanto si è verificato un passaggio di consegne tra l'ex sindaco, Guido Rhodio, e la nuova giunta guidata da Pasquale Muccari, ma diversi passaggi di consegne hanno riguardato soprattutto l'Ufficio Tecnico comunale, che ha cambiato più volte i responsabili in seguito anche ad indagini giudiziarie che avevano coinvolto uno di essi, con tanto di microspie nascoste in Comune, delle quali ancora si discute in Tribunale. E che qualcosa non andasse per il verso giusto - almeno questo è un dato di fatto - lo dimostrano le numerose revoche di finanziamenti regionali avvenute tutte con le stesse dinamiche della documentazione incompleta, mai inviata o di difficile reperimento: i lavori a Palazzo Palmisani, il Parco Fluviale mai realizzato, ma soprattutto l'ancora discusso Seminario vescovile.
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