di FRANCO PETRAMALA
Era un suo venerdì come tanti altri, egli era rassegnato triste con qualche residua speranza, pietoso arrampicato alla stampella. Eppur sospetto come chiunque chieda l’elemosina e senza la protezione antica del sagrato di una Chiesa!
Un Edipo si sente insolentito, presago della colpa che pure non c’è ancora, strattona il mendico come fece il Tebano con Tiresia. Ma Tiresia reagisce ed aggredisce con la parola, conoscendo il passato di lui e il futuro come solamente in pochi mostrano di percepire. Il Nigeriano Alika, ambulante per necessità ed elemosinante per le strade marchigiane, aggredito cade e con ciò non si salva.
Il sospetto straniero che già tale era perché elemosinante si conferma sospetto proprio perché cade, del tutto impotente ed indifeso, senza più nemmeno il sostegno della stampella. Si mostra così, unica, l’occasione per il furioso piacere di uccidere a mani nude davanti a tutti. Invece che un Nigeriano adulto, fosse stato un bambino intollerabile elemosinante, non sarebbe stato diverso!
Tanto, la colpa sarebbe ricaduta come è ricaduta su tutti noi, mentre in tanti assistevano e nel frattempo, indignata ma molto distante e solamente di dentro e mugugnata, risuonava l’univoca voce disperata del Coro.
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