di GANPIERO TAVERNITI
Cambiano le persone , cambia la materia del contendere, passano secoli , ma non cambiano le atrocità che la guerra produce nella storia della gente che la vive ed in quella dei popoli che la subiscono o che l'alimentano. Nelle guerre, non ci sono buoni, cattivi, giusti o ingiusti, quando si apre una guerra si sbaglia da ambo i lati, le ragioni che ogni contendente reclama, non le può ottenere con la violenza, perchè quando si arriva ad aprire una guerra, non falliscono solo quelli che se la creano, ma anche tutti coloro che inermi, in una posizione di diplomazia, non hanno saputo o voluto aprire mai dei tavoli di pace per poterla evitare o per poter avviare un cessate il fuoco "bersaglio di civiltà", prima che la stessa si potesse avviare sui binari infiniti e prima che gli stessi contendenti potessero indossare i "paraocchi dei cavalli" imbracciando i "ferri della morte".
La sofferenza colpisce tutti , russi e ucraini, donne , bambini, anziani costretti a nascondersi in metropolitane per scappare ai bombardamenti, uomini a dover combattere e tanti profughi che cercano il riparo lasciando la loro terra, via Polonia e Romania, per cercare la sicurezza e una finta pace in attesa che questa atroce e ingiusta guerra possa finire al più presto. Passano i secoli , cambiano le dinamiche , ma non diminuisce l'ignoranza dell'uomo, cambiano i personaggi , ma non cambiano le aberranti regole della guerra, come nella prima guerra mondiale venivano chiamati alle armi i ragazzi del 99, precettati quando non avevano ancora compiuto diciotto anni, tra i primi contingenti italiani, furono chiamati nei primi quattro mesi del 1917 e in fretta e furia istruiti a combattere e inquadrati in battaglioni di milizia territoriale.
I primi ragazzi del 1899, furono inviati al fronte solo nel novembre del 1917, nei giorni successivi alla battaglia di Caporetto, RAGAZZI che dai Capitani e dai Colonnelli , venivano chiamati SOLDATINI, alcuni non avevano nemmeno la barba sul viso, lasciavano famiglie , sorelle e fratelli e magari si dividevano dal loro babbo che andava a combattere in altre parti d'Italia.
IERI COME OGGI, la storia si ripete , nello scenario della guerra, anche in Ucraina , tantissimi ragazzini , non ancora maggiorenni , imbracciano il "ferro della morte" per combattere in nome di un obiettivo che sol perchè rivendicato con il sacrificio di vite umane, alla fine se raggiunto o meno, non varrà nulla, visto che davanti al sacrificio umano ,nessun bersaglio raggiunto e nessuna terra conquistata o difesa, avrà un valore.
Tanti giovani mandati allo sbaraglio, menti giovani sfruttate dalla distorta mente umana che alimenta e apre le guerre, apre sanguinose contrapposizioni che l'intelletto civile dell'uomo ripudia, ma che ancora nella mente dell'uomo, immersa nell'evoluzione tecnologica, aleggia e rimane come la soluzione a tutto nella risoluzione dei problemi, delle pretese e delle ambizioni politiche ed economiche. Quindi ieri come oggi, l'uomo sbaglia due volte , non solo sbaglia contrapponendosi con guerre per rivendicare qualche cosa che puo' essere giusto o sbagliato , ma per raggiungerlo di certo sarà un obiettivo raggiunto con l'involuzione della propria mente della sua civiltà e della sua ????????? (intelligenza) che entrambi i contendenti nelle guerra hanno, capiscono ma che non vogliono usare.
Si sbaglia ancora ,mandando giovanissimi in guerra, COME I RAGAZZI DEL 99 IERI nella I GUERRA MONDIALE , OGGI ASSISTIAMO AI RAGAZZI russi e ucraini del 2004 che scendono in guerra , bruciando la loro gioventù ma che di fatto rischiano di averla recisa come un fiore appena sbocciato.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736