“Non posso non pensare che con ogni probabilità è l’ultima volta che questo sistema riesce a manifestarsi, perché andiamo incontro, tra un paio di giorni, a una norma che chiude questa esperienza, e nel momento in cui la chiude inevitabilmente crea un problema. Siamo alla vigilia di un’azione fortissima la cui energia è mostruosa”. Lo ha detto il direttore generale dell’Anbi nazionale, Massimo Gargano, con riferimento al progetto di riforma varato dalla Giunta regionale della Calabria che prevede la messa in liquidazione degli attuali 11 Consorzi di bonifica con la creazione di un unico ente regionale articolato in comprensori territoriali: sul progetto di riforma, che sarà all’esame del Consiglio regionale del 3 agosto, il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha posto la questione di fiducia.
“Voi pensate – ha proseguito Gargano - che è l'unica regione d'Italia ad avere una norma e una statuto che consente di dire ‘o si vota quello che io porto o ce ne andiamo tutti a casa è evidente che la reazione del corpo è alzare la mano, soprattutto a inizio legislatura, è evidente. Quindi non è un problema di condivisione o non condivisione, ma è un problema per cui questa riforma si farà, ma è chiaro che questa energia è incomprensibile".
"Non voglio parlare e non credo sia nemmeno giusto parlare di bullismo istituzionale, ma certo è una forzatura costituzionale quella che viene fatta, è una forzatura alla partecipazione perché – ha sostenuto il direttore nazionale dell’Anbi - tutta la rappresentanza nel mondo agricolo non è d'accordo, c’è un accordo diffusissimo nel dire non ci riconosciamo in questa norma. Su questa mancata partecipazione così ampia e così diffusa non sto qui a chiedere un ripensamento perché ripensamenti non ci saranno, nel momento in cui queste cose si decidono si fanno”.
Secondo Gargano, “non si può eliminare un sistema che anche in Calabria dà segnali di grande vitalità; siamo basiti. Non credo che l’agricoltura calabrese meriti questo, che sarà in grado di sopportare questo conto. Arrendersi a questo non è possibile. Noi faremo tutto ciò che c'è da fare e non lo faremo né in un'ottica corporativa né in un'ottica di difendere un interesse in una logica di condominio", ha concluso il presidente dell'Anbi. "Faremo tutto quello che c'è da fare con tutti coloro che vorranno, che non vogliono arrendersi. Noi non vogliamo arrenderci e fare vittimismo”.