Riforma degli istituti tecnici e professionali, l'affondo di Bianca Laura Granato

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Bianca Laura Granato
  09 gennaio 2024 16:24

"La riforma dei nuovi istituti tecnici e professionali ancora nemmeno approvata arriva prima che altrove in Calabria, grazie alla solerte opera del governatore Occhiuto e della sua vice Giusy Princi, dirigente scolastica. Se c’è un posto in Italia in cui i saldi in qualsiasi stagione avvengono prima che altrove, quel posto è la regione Calabria. Le svendite subiscono una battuta d’arresto quando capita una classe politica talmente incapace da paralizzare tutto, e ciò è, nella nostra sventurata condizione, paradossalmente finanche auspicabile". Lo afferma in una nota Bianca Laura Granato.

"Ma quando arrivano 'i primi della classe', quelli che non si preoccupano di essere i primi nel bene, purché siano i primi, non ce n’è per nessuno. Ricordiamo che Occhiuto, in particolare, è stato ben lieto, tra i governatori del sud, di raccogliere la sfida dell’autonomia differenziata, un disegno di legge che punta a redistribuire nelle regioni ricche il residuo fiscale. Una sfida per duri, che lui supererà certamente, la Calabria temo di no purtroppo."

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"Poi ci sono i progetti delle infrastrutture calabresi totalmente dimenticati nel fondo dei cassetti di Anas e RFI, che nessun PNRR aiuterà a realizzarsi, perché quel governatore regionale quando si reca a Roma, ci va per farsi riprendere mentre stringe mani che contano, mica per battere i pugni sul tavolo per far togliere quelle carte dai cassetti. Ma se il PNRR non servirà alla Calabria per realizzare le infrastrutture necessarie per i collegamenti delle aree interne servirà invece ugualmente a dimensionare le istituzioni scolastiche."

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"In questo caso avrebbero potuto, Occhiuto e la Princi, da bravi primi della classe, fare valere, di comune accordo con altri governatori del sud, le prerogative fallite che avevano determinato la cospicua somma di PNRR, per il 70% devoluta all’Italia a causa proprio dello svantaggio delle regioni del sud, per pretendere di non subire le contropartite di un piano che, se siamo fortunati, porterà al sud il 10% dell’intero importo. Invece no!  I primi della classe sono tali in quanto non possono deludere le aspettative del partito; pertanto, la Calabria dovrà sopravvivere anche al dimensionamento scolastico, con la perdita di autonomia per ben 79 scuole, perché loro andranno avanti “whatever it takes”. “Dulcis in fundo” le nostre eccellenze regionali si sono buttate a capofitto nel rilanciare prima degli altri la sperimentazione della nuova riforma degli istituti tecnici e professionali del Ministro Valditara."

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"Pensate un po’ se proprio una regione senza industrie, con pochissime attività produttive, prevalentemente piccole e microimprese doveva essere la prima, a legge non ancora approvata, a cimentarsi nell’arduo compito di trasformare il percorso quinquennale degli istituti tecnici e professionali in un percorso quadriennale che si deve necessariamente completare con due anni a pagamento presso gli ITS (Istituti Tecnici Superiori). Gli istituti tecnici superiori, per chi non lo sapesse, sono delle fondazioni collegate con le realtà produttive del territorio, sulle cui esigenze (e non su quelle dei ragazzi, come vorrebbe la costituzione) viene strutturata l’offerta formativa post diploma, per il conseguimento delle cosiddette lauree professionalizzanti. Dopo il fallimento della formazione professionale lasciata in mano alle regioni dalla riforma del Titolo V, preferisco non immaginare cosa diventerà la formazione tecnica e professionale in Calabria per gli istituti temerari che aderiranno a questa sperimentazione", prosegue.

"Dal decreto Fedeli del 2017, che demoliva la struttura formativa degli istituti tecnici e professionali, l’intento è sempre stato quello di squalificare il percorso gratuito che dava accesso alle professioni con un semplice esame di stato (tra l’altro previsto dalla costituzione) per fornire l’abilitazione all’esercizio delle professioni attraverso uno a pagamento gestito dalle aziende del territorio, affinché queste potessero scaricare sullo stato i costi della formazione di un personale che, nel caso della Calabria, difficilmente verrebbe poi impiegato in quelle realtà. Opportunità formative sprecate o negate, dunque, nella migliore delle ipotesi, spacciate per filiera formativa di qualità altamente innovativa. C’è solo da augurarsi che gli istituti, già falcidiati dal dimensionamento scolastico, si sottraggano a tale sperimentazione, se non altro per onestà intellettuale nei confronti degli studenti, e che non vogliano rendersi complici di questo ulteriore schiaffo alla qualità dell’istruzione pubblica", conclude Granato.

 

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