di EDOARDO CORASANITI
Due condanne e due prescrizioni. Si chiude così la vicenda giudiziaria di fronte alla Corte di Conti di Catanzaro nell'ambito di "Rimborsopoli", nata per far luce su una serie di spese dei gruppi consiliari nei trienni 2010-2012, e che in questa fase riguarda gli eletti di “Scopelliti Presidente”.
Ieri la decisione dei giudici contabili, che hanno condannato Giovanni Emanuele Biliardi al pagamento della somma di 313.208,89 euro alla Regione Calabria e Alfonsino Grillo (per l’esercizio 2011 e 2012, il 2010 invece è prescritto) alla rifusione di 50.056,78 euro, sempre alla Regione Calabria.
Prescrizione pronunciata nei confronti di Salvatore Magarò e Claudio Parente (difesi dall’avvocato Alfredo Gualtieri).
La vicenda in passato ha camminato anche sul binario del procedimento penale e che registra le accuse di peculato e falso per gli indagati.
Tra questi, proprio quelle di Parente e Magarò, inizialmente indagati dalla Procura di Reggio Calabria e poi successivamente archiviati con due diverse ragioni. Per Magarò, scrive il giudice dell’indagine preliminare, “non risultano sufficienti elementi per ritenere integrata la dimensione oggettiva del reato”, mentre per Parente a mancare è l’elemento soggettivo. Il risultato è che mancano in sé gli elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio. A quest'ultimo, il Tribunale della Libertà aveva annullato da subito annullato il sequestro per equivalente applicato.
Oltre che per loro due, nel provvedimento di novembre del Gip, è stata archiviata la posizione di Pietro Aiello, Giovanni Bilardi, Gianluca Gallo, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico.
Per altri indagati, invece, il processo penale continua davanti al Tribunale di Reggio Calabria.
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