Rinascita Scott, accolta la ricusazione: istruttoria da rifare per Giuseppe Accorinti ma rischia tutto il processo

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  10 agosto 2022 14:17

di EDOARDO CORASANITI

Le giudici Brigida Cavisino e Romano avevano già deciso sulla partecipazione di Giuseppe Accorinti all'associazione a delinquere di stampo mafioso. E a questo, secondo la Corte d'Appello di Catanzaro, corrisponde una sola soluzione: l'accoglimento della ricusazione presentata dagli avvocati Francesco Sabatino e Daniela Garisto nell'ambito del processo "Rinascita Scott". Con un effetto a cascata dirompente: l'inefficacia degli atti a contenuto probatorio compiuti dal collegio composto dal magistrati a partire dalla data del 5 marzo 2021 (data del deposito della sentenza nel processo c.d. Nemea).  L'ordinanza della Corte è ricorribile in Cassazione, anche se gli effetti dell'inefficacia si consumano immediatamente. Ora un grande punto interrogativo aleggia sull'intero processo, dato che alcune sentenza della Cassazione (ad esempio la sentenza Gerbino) estendono l'inefficacia a tutti gli imputati interessati dalla stessa situazione. E che si traduce con la revoca delle misure cautelari, vista la decorrenza dei termini. L'indagine Rinascita Scott, infatti, è scattata la mattina del 19 dicembre 2019. Oltre 340 arresti, più di 400 indagati e centinaia di capi di imputazione che avrebbero inchiodato politici, professionisti, massoneria deviata, funzionari pubblici e forze dell'ordine. Un'operazione che il procuratore Nicola Gratteri si è intestato fin dall'inizio. Tra richieste di rinvio a giudizio e attesi, il processo è iniziato a gennaio 2021 nella nuovissima aula bunker di Lamezia Terme. 

Il provvedimento del collegio della Corte presieduta da Antonio Giglio adesso spiega però le ragioni per cui le giudici hanno già toccato con mano l'argomento. E' il processo Nemea, nato da un'indagine che ha accesso i fari sulle cosche del Vibonese, e che si è conclusa in primo grado tra assoluzioni e sentenze. Le motivazioni della sentenza mettono in luce con il Tribunale  "abbia ritenuto provata l'esistenza della cosca Soriano anche ampiamente valorizzando la contrapposizione a quella della cosca capeggiata dall'Accorinti. E cosi il Tribunale ha di fatto dato ingresso non solo alle dichiarazioni (dei collaboratori e degli stessi testi di P.G.) sui Soriano quanto anche a quelle su Accorinti, necessarie per dapprima presentarlo come a capo di una cosca ed a segui re spiegarne gli scontri con il Soriano Leone". 

Tutte parole e condizioni che molti avvocati della difesa avevano espresse fin da subito ma che finora non avevano trovato accoglimento. La decisione della Corte d'Appello nasce da un rinvio della Corte di Cassazione che, sul ricorso della difesa, aveva restituito il fascicolo sulla ricusazione a Catanzaro. E se l'effetto a cascata dovesse esserci, la partita è annullata. Si ricomincia da zero. 



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