Rinascita Scott. Il collaboratore di giustizia Schiavone "non risponde". Il Tribunale sospende i termini di custodia cautelare

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  03 febbraio 2021 17:51

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il collaboratore di giustizia Salvatore Schiavone, di 45 anni, di Vibo Valentia. Chiamato come teste dell'accusa, la collaborazione di Schiavone era emersa dai brogliacci dell'inchiesta della Dda di Catanzaro che il 19 giugno 2020 aveva portato all'arresto di 11 persone per traffico di droga dal Brasile e dall'Albania. Traffico legato alla figura del boss di Zungri Peppone Accorinti. Il 3 ottobre del 2019 Schiavone aveva parlato degli uomini della locale di Zungri in Toscana: i fratelli Valerio e Giuseppe Navarra.

E proprio dalle carte di "Rinascita-Scott", la maxi inchiesta della Dda di Catanzaro contro le cosche vibonesi, é spuntato il nome di Valerio Navarra quale intraneo alla cosca Accorinti. Argomenti che Schiavone oggi non ha inteso approfondire scegliendo di non rispondere alle domande della pubblica accusa e del Tribunale.

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E, il Tribunale di Vibo Valentia, presieduto da Brigida Cavasino, davanti al quale nell'aula bunker di Lamezia Terme si sta celebrando il processo "Rinascita Scott", con oltre trecento imputati, ha accolto la richiesta della Dda di Catanzaro di sospendere i termini di durata massima della custodia cautelare per gli imputati che si trovano in stato di detenzione. La sospensione é prevista dall'articolo 304 del Codice di procedura penale quando ci si trova di fronte a dibattimenti particolarmente complessi, come è stato riconosciuto per il processo Rinascita-Scott, viste le numerose udienze da svolgere e l'elevato numero di testi da sentire.

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