Giuseppe Antonio Salamò passa dagli arresti domiciliari all'obbligo di firma.
A deciderlo è stata il giudice delle indagini preliminari, Barbara Saccà, nell’ambito dell’indagine antimafia “Rinascita-Scott”, che lo scorso 19 dicembre ha portato all’arresto di 334 persone e all’iscrizione di 416 persone nel registro degli indagati.
Secondo il Gip, dunque, cambiano le esigenze cautelari nei confronti di Salamò, difeso dall'avvocato Francesco Sabatino, i quali hanno presentato un’istanza in base all’articolo 299 del codice di procedura penale.
La Procura della Repubblica, guidata da Nicola Gratteri, contesta all’indagato il resto di intestazione fittizia aggravata dall’agevolazione mafiosa.
Nei primi giorni di gennaio il Tribunale della Libertà di Catanzaro aveva confermato la misura cautelare dei domiciliari.
Ad oggi sono 158 le decisioni di sostituzione o annullamento delle misure cautelari (che si legano all’esigenza cautelari e ai gravi indizi di colpevolezza e non riguardano ancora il merito delle accuse mosse agli indagati): 121 dal Tdl e 37 dal GIP.
ed.cor.
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