Rinascita Scott. Il pentito Comito racconta le mani della 'ndrangheta sui villaggi turistici vibonesi

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Garden Resort
  15 febbraio 2021 14:58

di EDOARDO CORASANITI

Giuseppe Comito alias “Peppe U Canna”, di Vibo Valentia, collaboratore di giustizia dal 2019, già con gli Accorinti e con i Mancuso. La prima parte degli esami di oggi al processo “Rinascita Scott” è dedicata proprio al 46enne già condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione nel processo “Gringia” per concorso nell’omicidio di Francesco Scrugli, ucciso nel quartiere Pennello a Vibo nel marzo 2012 dal clan Patania di Stefanaconi, e per il ferimento nella stessa occasione di Rosario Battaglia e Raffaele Moscato. Presenta in aula anche il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il collaboratore Gaspare Spatuzza è stato rinviato al 22 febbraio a causa della lunghezza dell’esame di Comito, durato fino alle 18.30.

Accorinti racconta di come “ai primi anni 2000 faceva l’istruttore di windsurf. Poi divento guardiano notturno in un villaggio turistico (Garden club, di proprietà dei Stillitani) avendo conosciuto Nino Accorinti. In questo villaggio Mancuso aveva dato ad Accorinti il ruolo di riscuotere le estorsioni, controllare chi entrasse e uscisse”.

E così l’esame vira su Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, a cui “tutti andavano: dagli Anello ai Bonavota ai Giampà”.

La pm Annamaria Frustaci pone l’attenzione sul significato del termine “Crimine”: “Non ne ho mai sentito parlare”. Stessa risposta per i riti di affiliazione: “Nessuno di noi di Briatico facevamo riti di affiliazione e non ho visto mai farne uno, perché si rischiava di fare più anni di galera. Mi sentivo parte degli Accorinti e poi dai Mancuso per un omicidio e poi assegnato per un altro (Scrugli)”.

Assunzioni, tutti i servizi, guardianie, le assunzioni: Il controllo dei Mancuso era globale e capillare, talmente elevato che “quando andavamo da qualche ditta accettavano le nostre condizioni perché solo a vederci avevano paura e lo facevano perché sapevano che noi eravamo vicini a Mancuso”.

Al centro dell’esame anche la costruzione del Garden Resort, un villaggio degli Stillitani (indagati nell’operazione “Imponimento”).

Nel corso dei lavori la cosca dei Iannazzo avrebbe fatto pressioni a Stillitani per ottenere maggiori lavori. Su questo, Comito afferma di aver assistito (ma non partecipato) ad un incontro tra Michele Mancuso, alias Michelina, Nino Accorinti e Stillatini. Obiettivo: risolvere la vicenda dei Iannazzo, i quali gli stavano troppo addosso.

Controesami: Domande in controesame sono state poste dagli avvocati Diego Brancia, Vincenzo Galeota, Rosa Giorno, Elisabetta Soranna, Tiziana Barillaro, Giuseppe Bagnato, Francesco Sabatino, Francesco Calabrese, Paride Scinica, Leopoldo Marchese, Domenico Soranna, Vincenzo Gennaro. 

Intercettazioni- Nominati anche tre periti e 38 ausiliari. Le difese hanno chiesto delucidazioni e sulle modalità di esecuzione delle operazioni peritali. Il tribunale la settimana prossima ne nominerà due.



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