E' stata incentrata sulla deposizione del collaboratore di giustizia Domenico Giampà, di 40 anni, già esponente di spicco dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Lamezia Terme, l'udienza odierna del processo "Rinascita Scott" alle cosche del Vibonese. La decisione di Giampà di collaborare con la giustizia, presa nel luglio del 2016, fece scalpore all'epoca essendo il pentito nipote del capo storico della cosca, Francesco Giampà, detto "il professore", oggi detenuto al 41 bis.
Il pentito ha riferito di avere commesso molti omicidi per conto della sua cosca di appartenenza ed ha raccontato anche che la famiglia Giampà aveva rapporti con numerosi elementi della criminalità vibonese, ma anche con i Bellocco di Rosarno, i Mancuso di Limbadi e, nel Crotonese, con i Grande Aracri, i Megna, i Nicoscia. Rapporti così stretti da portare i Giampà ad aderire al progetto del boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri, di staccarsi dall'egida di Reggio Calabria e passare alla nuova "provincia criminale di Cutro".
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