di EDOARDO CORASANITI
Debolezza dell'accusa originaria e infondatezza di quella nuova. La sesta sezione penale della suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Francesco Sabatino, bolla così le imputazioni rivolte a Danilo Tripodi, 39 anni, assistente giudiziario del presidente del Tribunale di Vibo Valentia e indagato nell’ambito di “Rinascita Scott”. Dopo avergli restituito la libertà, la Corte ha depositato le motivazioni dell’annullamento senza rinvio disposto a fine luglio (LEGGI QUI).
Per Tripodi il Tribunale del Riesame aveva già escluso l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, lasciando in piedi esclusivamente l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’avvocato Francesco Stilo (ora ai domiciliari) e il consulente tecnico di parte Antonio Di Virgilio in relazione ad un azione civile promossa da Stilo contro l'azienda
sanitaria di Vibo Valentia per avergli diagnosticato tardivamente un problema di salute.
Secondo i giudici della Cassazione “come dedotto dalla difesa, la misura cautelare risulta applicata per una contestazione radicalmente diversa da quella iniziale ed è essenzialmente fondata su una ipotesi congetturale rispetto alla quale si riportano una serie di circostanze in sé irrilevanti, sia se valutate singolarmente che congiuntamente, utilizzate quale apparente conferma di una tesi preconcetta”.
“Quindi- continuano i giudici romani- sulla scorta della mera lettura della ordinanza impugnata, va esclusa la configurabilità del reato di corruzione con decisione di annullamento senza rinvio”.
La Cassazione evidenzia che già il Tribunale non ha ravvisato alcun concreto elemento che dimostri una promessa di denaro o altre utilità. Insomma, manca un elemento decisivo nell'accusa: la contropartita che l'assistente giudiziario avrebbe ricevuto
Dissolta anche l'accusa di falso: non c'è alcuna anomalia nella gestione della procedura da parte dell'assistente giudiziario di Vibo Valentia.
Per questa vicenda, il Tribunale del Riesame “accusa” Tripodi di solerzia che "se normalmente dovrebbe essere valutata in termini positivi, può certamente essere valutata in termini negativi quando appaia una singolarità a fronte della usuale indolenza. ma di una tale comparazione, per poter ritenere negativa una condotta normalmente positiva per un pubblico dipendente, non vi è traccia alcuna nel provvedimento”. Tradotto: il fatto che Tripodi sia stato "solerte" nello svolgere la pratica a lui assegnata, non può reputarsi di per sé una negatività.
Con l'aggiunta che non può tenersi conto dal dato "genericissimo, che Stilo e Tripodi si conoscessero, cosa non sorprendente per due operatori della giustizia in un tribunale di provincia)"
Quanto al reato di falso, consistente nell' avere attestato il ricevimento della consulenza il 21 agosto e non il 22 dopo che lui stesso aveva apportato la correzione al testo con l'aggiunta della somma delle invalidità, la contestazione è "del tutto generica".
In definitiva i giudici concludono per l’annullamento senza rinvio “non essendovi alcuna prospettiva di diversa decisione”.
Danilo Tripodi per questo bailamme di accuse è stato arrestato e condotto in carcere il 19 dicembre 2019, il giorno in cui scocca Rinascita Scott, il mega blitz della Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e che porta a 334 arresti (e 416 indagati, ora diventati 457). Dopo il Tdl, Tripodi passa ai domiciliari fino a fine luglio, quando la Cassazione revoca qualsiasi misura cautelare.
Sul piano professionale, l'assistente è stato prima sospeso dal servizio e al momento della scarcerazione assegnato dal presidente del Tribunale ad altro ufficio.
Nell’udienza preliminare davanti al giudice Claudio Paris, l’avvocato di Tripodi, Francesco Sabatino, ha chiesto al Gup la sentenza di non luogo a procedere.
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