di EDOARDO CORASANITI
Ricusata il presidente del collegio di Vibo Valentia che si occupava del processo "Rinascita-Scott". Lo ha deciso la Corte d'appello di Catanzaro, che ha accolto l'istanza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
In particolare la Corte d'Appello ha rilevato fondate le ragioni in incompatibilità fatte emergere dalla Procura guidata da Nicola Gratteri, in relazione ai decreti intercettivi autorizzati dalla Macrì quando ricopriva ruolo di Gip. Per i magistrati d'Appello le attività "quale giudice per le indagini preliminari, nell'ambito del medesimo procedi mento, emesso provvedi menti di intercettazione a contenuto decisorio con apprezzamento nel merito in relazione all'imputazione associativa e alle articolazioni ad essa strettamente connesse nel cui ambito di operatività, devono essere inquadrate le posizioni degli odierni imputati".
In particolare le ragioni della incompatibilità risiederebbero nel fatto che Tiziana Macrì, nel ruolo di gip del Tribunale di Catanzaro nella fase delle indagini preliminari di Rinascita Scott ha autorizzato un’intercettazione richiamando nelle motivazioni l’associazione mafiosa che investe il maxi procedimento e questo potrebbe renderla incompatibile nel giudicare su tutto il processo.
La Procura ha evidenziato che il giudice ha l'obbligo di astenersi se si trova in alcuna delle situazioni incompatibilità funzionali, mentre le difese di Giancarlo Pittelli, Mario Lo Riggio, Salvatore Rizzo e Giulio Calabretta (giudicati con rito immediato proprio nel collegio presieduto dalla Macrì) hanno sostenuto l'inammissibilità dell'istanza sia per tardività deducendo che sarebbe stata proposta dopo l'accertamento circa la regolare costituzione delle parti, sia per carenza di interesse non riconoscibile in capo alla pubblica accusa così da poter essere esercitato unilateralmente ed solo dalla stessa. Gli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile, Attilio Matacera, Francesco Muzzopappa, Domenico Ceravolo nelle loro memorie avevano sottolineato l'infondatezza nel merito della causa di incompatibilità, per come prospettata dal PM., in quanto "con il provvedi mento autorizzativo del 5.10.2018 il GIP avrebbe ravvisato la sussistenza dei gravi indizi di reità nei confronti di altri indagati e di altro rea to (associazione di tipo mafioso) senza implicazioni sul giudizio di responsabilità dell'indagato".
I giudici Loredana De Franco, Adriana Pezzo, Ippolita Luzzo hanno confermato la tesi della Procura: Tiziana Macrì, presidente di sezione del Tribunale di Vibo Valentia, deve essere ricusata. Dunque, ora, dovrà essere sostituita proprio a pochi giorni dall'inizio del maxi processo nell'aula bunker di Lamezia Terme e che per questo rito conta 323 imputati. Finora lei aveva presieduto il troncone dell'immediato con Pittelli, Lo Riggio, Rizzo e Calabretta, rinviato in virtù di una probabile riunione che si sarebbe verificata qualora gli imputati di Roma fossero stati rinviati a giudizio. Circostanza confermata e che dunque determinerà la riunione dei processi e la ricusazione della Macrì.
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