Rinascita Scott. La "talpa" dei carabinieri avvertiva prima dei blitz: il racconto del pentito Mantella

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  11 maggio 2021 18:00

Le “talpe” le chiama il pubblico ministero Antonio De Bernardo. Sono i membri delle forze dell’ordine che, in passato, facevano soffiate ai membri della criminalità organizzata. Oltre che delle elezioni comunali e regionali su cui la ‘Ndrangheta avrebbe messo gli occhi, oggi l’esame del collaboratore Andrea Mantella si concentra anche su chi anticipava le mosse delle forze dell’ordine alla mafia vibonese. 

“Avevamo un carabiniere di Vibo Valentia che ci disse prima quando ci sarebbero stato le operazioni. Ad esempio, è capitato per “Odissea”, di cui però non mi interessava personalmente. Abbiamo saputo prima anche “Nuova Alba”, tramite Francesco Scrugli il quale venne a dirmi che il giorno dopo ci avrebbero arrestato e di farmi il segno della croce. Io gli chiesi se c’erano anche omicidi contestati in questa nuova operazione e lui mi disse di no, che erano le “solite cazzate”. 

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Passando all’identikit del carabiniere “conosciuto tramite un contadino di Sant’onofrio”, Mantella dice che era “biondo, esile” e che “guidava la macchina di un ex sindaco di Vibo Valentia”. 

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“Lui mi ha detto che di stare attento, perché attenzionato, tramite anche microspie e pedinamenti” .  Siamo negli anni dal 2003 al 2010 2004.  Il pentito fa sapere che il carabiniere aveva spiegato di verificare quando molti suoi colleghi pernottavano in un hotel di Vibo, sulla statale 18, perché significava che era pronto un blitz. 

Anche i Bonavota avrebbero avuto “entrature dal rapporto con le forze dell’ordine, perché avevano una talpa”. Seguendo la geografia della ‘ndrangheta, Mantella afferma che anche Mario Loriggio godeva dei privilegi dei rapporti con le forze dell’ordine: “Il suo informatore disse che il procuratore Spagnuolo in macchina diceva che quanto prima dovevano farmi un sequestro patrimoniale”. (ed.cor.)

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