di EDOARDO CORASANITI
Il ministro della giustizia, Marta Cartabia, ha applicato il provvedimento di sottoposizione al 41 bis nei confronti di Domenico Macrì alias “Mommo”, classe 1984, ritenuto ai vertici della 'ndrina dei Pardea Ranisi.
Macrì è rimasto coinvolto nell’operazione Rinascita Scott, il maxi blitz guidato dal procuratore Nicola Gratteri contro le cosche del vibonese. Macrì in fase di udienza preliminare ha optato per il giudizio abbreviato: l’ufficio di procura ha invocato una condanna a 20 anni di reclusione.
In passato Macrì è stato già condannato nel processo "Good Fellas" per aver fatto parte della cosca Lo Bianco Barba di Vibo Marina ed in particolare del gruppo diretto dall’attuale pentito Andrea Mantella.
Rispetto al provvedimento che impone forti restrizioni alla vita carceraria Macrì, difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e Salvatore Sorbilli, avrà 20 giorni di tempo per proporre reclamo al Tribunale di sorveglianza.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a lui il 19 dicembre 2019 viene definito come uno dei capi dell’ala militare, mandante delle azioni di fuoco.
Nel provvedimento si legge a lui spettava “individuare i bersagli delle attività estorsive e delle azioni ritorsive volte al controllo del territorio, di gestire e pianificare gli agguati, indicando altresì gli obiettivi da colpire impartendo direttive ed ordini agli affiliati sul comportamento da tenere”. Un ruolo non solo militare ma anche di direzione, infatti avrebbe “partecipato agli incontri con componenti di altre articolazioni della ndrangheta del Vibonese con i quali elaborava le strategie criminali del gruppo, decidendo sula ripartizione dei proventi di reato e ponendosi quale riferimento generalmente riconosciuto da tutti gli affiliati”. Insomma, braccio e mente della cosca.
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