Rinascita Scott. "Nemea stabilisce l'unitarietà della 'Ndrangheta e il suo capo". Gli avvocati chiedono l'astensione di due giudici

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images Rinascita Scott. "Nemea stabilisce l'unitarietà della 'Ndrangheta e il suo capo". Gli avvocati chiedono l'astensione di due giudici

  11 marzo 2021 12:43

“Luigi Mancuso come figura principale e di spicco della ‘ndrangheta calabrese, cui fanno capo, quantomeno in senso di sottomissione e di riconoscimento della sua maggiore caratura, tutte le realtà criminali calabresi, riconoscendo la sua maggiore importanza”.

La sentenza del processo Nemea viene depositata e gli avvocati degli imputati di “Rinascita Scott” ne leggono il contenuto in aula. Tutti convinti: il collegio è da ricusare. O meglio, devono astenersi i giudici Brigida Cavasino e Gilda Danila Romano, le quali hanno partecipato alla stesura del processo “Nemea” e che il 27 ottobre scorso ha portato alla condanna di 7 persone e ad 8 assoluzione (LEGGI QUI). Nel mirino, i Soriano di Filandari, ritenuti come una cosca subordinata e subalterno al clan guidato da Luigi Mancuso, di Limbadi. E’ lui che è ritenuto al vertice del Crimine di Vibo Valentia.

A chiedere l’astensione dei due magistrati è l’avvocato Diego Brancia, a cui si sono associati i legali Paride Scinica, Francesco Sabatino, Daniela Garisto, Giuseppe Bagnato, Stefano Luciano,  Nunzio Raimondi, Tommaso Zavaglia, Antonietta De Nicolò, Pietro Chiodo. La tesi è unica: il giudizio della sentenza “Nemea” va a segnare un’anticipazione del convincimento su Rinascita Scott. 
Sulla richiesta di astensione, la presidente Cavasino ha detto in aula che già in passato si erano astenute ma la Corte d'Appello ha rigettato. Così, ha informato le parti che il processo per ora andrà avanti in attesa della nuova decisione sulla ricusazione.

Durante l’udienza, l’avvocato Francesco Stilo (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa) ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ha chiesto di essere autorizzato, anche con la scorta, di poter effettuare visite mediche. 
Stilo inoltre ha ricusato il collegio. La ragione è sempre la stessa: i due giudici si sono già espressi con la sentenza "Nemea".
Sulla stessa scia anche Accorinti.

Le dichiarazioni spontanee di Luigi Mancuso- Alle 13.15 si accende il microfono di Luigi Mancuso, ritenuto il boss del Crimine di Vibo Valentia. Per la prima volta prende la parola e annuncia di voler ricusare i magistrati, conferendo la procura speciale agli avvocati Francesco Calabrese e Paride Scinica.  Quest'ultimo ha citato una sentenza della Cassazione che giustificherebbe la richiesta di astensione e aggiungendo che  "mi sento obbligato, in qualità di difensore di Luigi Mancuso a intervenire sulla questione. Io non metto in dubbio la professionalità di questo Tribunale, ma nella sentenza Nemea Luigi Mancuso viene definito come capo crimine del Vibonese“. (ed.cor.)


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