Rita Tulelli: "Il bilancio di un anno: cosa resta davvero della scuola?"

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Rita Tulelli
  14 giugno 2025 08:13

di RITA TULELLI

 Con l’arrivo di giugno e il suono dell’ultima campanella, per migliaia di studenti italiani si chiude un altro anno scolastico. In pagella compariranno voti, giudizi e numeri, ma il vero bilancio va fatto altrove, in quei luoghi invisibili dove si accumulano le esperienze, i cambiamenti interiori e le relazioni che spesso contano più di una valutazione. Cosa resta davvero della scuola, quando ci si guarda indietro? Per molti studenti, il ricordo più vivido dell’anno non sarà un’interrogazione particolarmente riuscita o un esercizio di matematica risolto con successo, ma piuttosto uno sguardo complice tra compagni, una parola gentile di un professore, un litigio chiarito o una risata esplosa in classe quando tutto sembrava troppo pesante.

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La scuola, prima ancora che un’istituzione educativa, è un laboratorio di relazioni. Si impara a collaborare, a discutere, a prendersi cura degli altri e a sopportarli quando serve. In questo senso, ogni classe è una piccola società in miniatura, dove si forma la capacità di stare nel mondo. Certo, le materie scolastiche sono fondamentali. Chiudere un anno con una nuova consapevolezza in fisica, storia o filosofia significa aver arricchito la mente. Ma ci sono lezioni che non finiscono nei libri: imparare a gestire l’ansia prima di un’interrogazione, rialzarsi dopo un brutto voto, accettare un consiglio o imparare a chiedere aiuto.
Queste competenze invisibili empatia, resilienza, autonomia sono forse le più preziose, e troppo spesso passano inosservate. Ogni studente cambia, anche se non sempre se ne rende conto. L’inizio dell’anno sembra lontano anni luce: chi era timido ora riesce a parlare davanti alla classe, chi si sentiva fuori posto ha trovato un gruppo in cui riconoscersi. Piccoli cambiamenti quotidiani che, sommati, fanno la differenza. A fine anno, ci si saluta con una sensazione sospesa: nostalgia, sollievo, entusiasmo per l’estate. Ma sotto tutto questo c’è qualcosa di più profondo: la consapevolezza di aver vissuto un altro pezzo importante della propria formazione, non solo scolastica ma umana.

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E anche se alcuni nomi, materie o insegnanti un giorno si dimenticheranno, certe emozioni resteranno impresse  magari nella mente, magari in una vecchia foto di classe.

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