Rita Tulelli: “Il costo nascosto del rientro a scuola: quando le differenze economiche diventano ingiustizie”

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Rita Tulelli
  30 agosto 2025 15:17

di RITA TULELLI

Settembre porta con sé profumo di quaderni nuovi e l’emozione di un nuovo inizio. Ma dietro quell’atmosfera di entusiasmo, molte famiglie si trovano a fare i conti con un aspetto meno poetico: il costo, sempre più alto, del ritorno a scuola. Un costo che non riguarda solo i libri, ma un insieme di spese che, inevitabilmente, mettono in luce le differenze economiche tra chi può permettersi di più e chi è costretto a rinunciare.Lo zaino nuovo, il diario alla moda, l’astuccio pieno di colori: piccoli dettagli che, agli occhi di un bambino, fanno la differenza. Ma non tutte le famiglie possono sostenerli. Alcuni ragazzi si presentano in classe con materiali nuovi e scintillanti, altri riciclano ciò che resta dall’anno precedente.

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È un confronto silenzioso, che spesso si traduce in un senso di esclusione per chi non può permettersi di seguire le stesse mode o attività. Alle differenze materiali si sommano quelle legate alle attività scolastiche ed extrascolastiche. Una gita, un laboratorio creativo, un corso di musica o di sport diventano, per alcune famiglie, un lusso difficile da sostenere. Così, ciò che dovrebbe essere un’opportunità di crescita e inclusione rischia di trasformarsi in un motivo di divisione, creando una distanza tra i bambini non per capacità o talento, ma semplicemente per possibilità economiche. Si tende a pensare che queste siano difficoltà individuali, da affrontare in casa. Ma il costo della scuola non dovrebbe essere un ostacolo che divide: riguarda tutti noi come comunità. Perché quando un bambino resta indietro, non perde solo lui, ma l’intera società.

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L’istruzione dovrebbe essere il grande strumento di uguaglianza, non il luogo dove si manifestano le differenze. Fortunatamente, molte scuole e comunità stanno sperimentando soluzioni creative per rendere l’inizio dell’anno più equo:Mercatini del riuso scolastico: zaini, libri, diari e materiale ancora in buone condizioni vengono scambiati o venduti a prezzi simbolici tra famiglie. Cesti solidali di materiali: alcune associazioni raccolgono quaderni, penne e astucci nuovi per distribuirli ai bambini che ne hanno bisogno. Iscrizioni agevolate alle attività extrascolastiche: molte scuole prevedono sconti o contributi per chi non può sostenere l’intero costo di corsi sportivi o laboratori creativi.Banche del tempo dei genitori: gruppi di famiglie si organizzano per aiutarsi a vicenda, scambiando competenze e supporto, dalla preparazione dei materiali alla partecipazione a gite ed eventi scolastici.

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Dietro ogni quaderno, ogni corso, ogni attività c’è un desiderio comune: dare ai figli la possibilità di crescere, imparare, sognare. Nessun bambino dovrebbe iniziare l’anno scolastico sentendosi “meno” degli altri solo per motivi economici. E nessun genitore dovrebbe vivere il rientro a scuola con l’ansia di dover scegliere tra un libro e un’attività che potrebbe arricchire la vita del proprio figlio .Ma c’è speranza. Se come comunità impariamo a condividere, a sostenere chi ha meno, a valorizzare iniziative di solidarietà e politiche scolastiche inclusive, possiamo cambiare il volto del rientro a scuola. Possiamo fare in modo che ogni bambino varchi la porta della classe con lo stesso sorriso, con lo stesso entusiasmo, sapendo che il suo futuro non è deciso dal portafoglio dei genitori, ma dal suo diritto di imparare, crescere e sognare.

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