Nota stampa del vice segretario provinciale Sumai Catanzaro, Antonino Cardile
"A leggere i recenti articoli sulla stampa locale sembra quasi che l'ASP di Catanzaro abbia scoperto l'acqua calda e che sia attivamente impegnata a risolvere i problemi della sanità territoriale, in particolare della medicina specialistica ambulatoriale, con importanti ricadute su quei pazienti che aspettano una visita specialistica, che “la lista d'attesa” rende oltremodo lunga.
Ma non è proprio così.
Occorre infatti precisare, per onore del vero e per una corretta e puntuale narrazione dei fatti che:
Ma d’altro canto l'ASP di Catanzaro esclude gli specialisti ambulatoriali convenzionati dal protocollo d'intesa per il recupero delle prestazioni specialistiche legate al COVID 19 e il conseguente abbattimento delle liste d’attesa ( Delibera 545 del 3/5/23), affidando ai pochissimi medici specialisti dirigenti il compito di effettuare le prestazioni aggiuntive fuori orario di servizio, dimenticando (sic!) che oltre il 90% dell'attività specialistica territoriale è sulle spalle dei sanitari convenzionati, legittimati oltretutto ad effettuare le medesime prestazioni aggiuntive da quanto previsto dall’ art. 41 comma 3 ACN vigente. E' ovvio che questa valutazione strategica aziendale non può produrre validi risultati di fronte ad un innumerevole richiesta di visite specialistiche. Ma malgrado le segnalazioni del Sumai l'azienda sanitaria fa orecchie da mercante, non applicando neanche l'art. 4 dell'Accordo Integrativo Regionale della medicina specialistica territoriale che data 2008, non apportando alcun risultato positivo alla riduzione delle famigerate “liste d’attesa”.
Ma in compenso l'ASP di Catanzaro è invece solerte a disattendere gli Accordi Collettivi Nazionali sulla medicina specialistica ambulatoriale e, a discapito di quanto in essi previsto, delibera nel mese di giugno ( Del. 704 del 22/6/23) un bando di concorso, per soli titoli, per “manifestazione di interesse” per il conferimento di 38 ore in alcune branche specialistiche presso l'Istituto Penitenziario di Catanzaro, a rapporto libero professionale, indicando una corresponsione oraria di € 50,00, superando così la possibiltà di attingere alle leggittime graduatorie provinciali e regionali della Specialistica ambulatoriale.
In parole povere, mentre gli specialisti ambulatoriali prestano servizio da circa 15 anni negli Istituti Penitenziari in base ad AA.CC.NN. con corresponsione contrattuale di € 29,12/ora, l’ASP sceglie arbitrariamente di conferire di 38 ore settimanali in due branche specialistiche(ore nettamente sopravvalutate rispetto al fabbisogno) non a medici già in servizio o regolarmente in graduatoria di merito, ma a medici pensionati, secondo un contratto libero-professionale, sborsando circa €7.500,00 al mese per ogni sanitario, cifra nettamente superiore al costo dello specialista contrattualizzato secondo ACN, a parità di ore prestate, procurando un evidente danno erariale.
Ma non cè neanche da gioire per al situazione degli ambulatori specialistici territoriali, dove la situazione è drammatica per quanto riguarda gli strumenti diagnostici e terapeutici messi a disposizione degli specialisti, per quanto riguarda il materiale di consumo per ogni singolo medico e perfino per gli strumenti informatici in dotazione, strumenti oltremodo vetusti e non funzionanti nella maggior parte dei casi.
In effetti basta recarsi presso i singoli ambulatori per toccare con mano il disagio dello specialista e il più delle volte l’impossibilità dello stesso ad eseguire una corretta procedura sanitaria ed amministrativa con ripercussioni medico-legali sul rilascio dei relativi referti di visita.
E per quanto riguarda sempre l’attività specialistica territoriale basta rammentare che per anni è mancata la lampada a fessura dello specialista oculistica al PST di Catanzaro Lido, mentre in tempi recenti manca spesso il necessario ed indispensabile materiale di consumo ( fili di sutura, guanti, telini sterili, sol. di formaldeide) per l’attività di chirurgia ambulatoriale, mentre di ammodernamento delle apparecchiature sanitarie indispensabili per potere dare risposte sanitarie esaustive agli utenti e per potere competere con il sistema privato, non se ne parla nemmeno.
In tutto questo, purtroppo, non si vede nessuna volontà da parte dell’azienda di migliorare il servizio della specialistica ambulatoriale, se non pochi e isolati tentativi di rattoppare le falle in questo sistema che potrebbe dare invece risposte sanitarie competenti, esaustive e veloci agli utenti, senza attendere mesi o addirittura anni nell’incertezza di una diagnosi e nella prescrizione di una terapia medica specialistica.
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