“Questo campo estivo è stato possibile solo con il vostro aiuto: ci avete affidato i vostri figli, aspettando pazientemente dietro una porta e dimostrando grande fiducia. Il cuore del campo sono stati i bambini che hanno dimostrato forza e voglia di fare, hanno rimesso in piedi un modo di stare insieme, e noi con loro. Grazie a nome di tutti”.
Le parole commosse sono quelle di Andrea Romano, responsabile del progetto “Rivivi l’Estate”, il campo estivo rimasto aperto tutti i giorni dalle 17 alle 19 dal 6 luglio fino al 31 luglio, e ripreso nel mese di agosto che ha visto coinvolti oltre quaranta bambini e sei operatori di Chiaravalle.
Domenica scorsa si è chiuso in allegria, alla presenza dei genitori, il campo estivo animato dai gruppi di bambini - suddivisi in due fasce di età di 6-11 e 12-17 – che con giochi e divertimento, mantenendo le indicazioni di sicurezza predisposte dai DPCM in materia di prevenzione e contenimento del covid 19 hanno seguito un percorso di ricostruzione dei rapporti sociali e relazionali deteriorati dall’isolamento a cui siamo stati costretti nel periodo del lockdown. Un progetto pilota nel Mezzogiorno d’Italia voluto con grande determinazione dal Comune di Chiaravalle - tra i primi nel Paese - per pensare alla “ricostruzione” delle relazioni extra familiari nel difficile periodo post “chiusura”.
L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Mimmo Donato ha fortemente voluto il progetto “Rivivi l’Estate” regalando ai più piccoli l’opportunità di respirare la normalità “sospensione” della quotidianità scolastica e sportiva, costretta allo stop dalle misure di contenimento della pandemia. E questo grazie alla professionalità, all’impegno e alla passione degli operatori del Centro calabrese di Solidarietà che ha raccolto e vinto la sfida.
Dopo la chiusura della prima parte, infatti, ad agosto il campo è ripreso con altri laboratori ludico-ricreativi: sono continuati i giochi all’aperto, le partite di pallone, le corse, le attività e danze. Ma ad arricchire le attività anche i laboratori dedicati agli aspetti emotivi, all’espressione e alla fiducia curati da Elisa Condello e Sergio Passafaro del TeatroLab che hanno dato saggio dell’impegno e della bravura dei bambini nel corso della manifestazione.
Il progetto si concluderà definitivamente nella metà di settembre quando saranno ultimati anche gli incontri tra famiglie e operatori del centro. A rappresentare il Centro calabrese di Solidarietà, nel corso della manifestazione di fine di campo di domenica, il direttore amministrativo Vittoria Scarpino che ha portato i saluti della presidente, Isolina Mantelli.
“Abbiamo accettato la sfida lanciata con lungimiranza dell'Amministrazione Comunale che si è attivata per realizzare un'iniziativa pedagogica di enorme valore – ha affermato Vittoria Scarpino -. Per noi è stata una grande scommessa, affrontata con responsabilità e impegno. Alla luce della partecipazione e dell’entusiasmo registrato, della gioia che vediamo negli occhi dei bambini, possiamo dire che la sfida è vinta, e siamo pronti anche per nuove avventure”.
“Possiamo dire di aver tagliato il traguardo dell’obiettivo che ci eravamo prefissati – ha dichiarato il sindaco Mimmo Donato, presente anche l’assessore Bruno Santoro –. Siamo stati tra i primi in Italia ad avviare l’esperienza dei campi estivi pensando ai più piccoli che per settimane in un contesto difficile hanno dovuto sacrificarsi rinunciando agli spazi di socialità. Non era facile, non era semplice viste le misure di contenimento della pandemia: ma abbiamo saputo costruire un percorso con grande responsabilità, grazie anche al Centro Calabrese di solidarietà, e portare i bambini di nuovo a respirare, senza paura. Hanno ripreso a vivere, ed è bellissimo vederli così”.
Un ringraziamento, infine, quindi va ancora una volta a chi ha animato i pomeriggi estivi al campo sportivo di Chiaravalle : Simona Caputo, Nadia Clasadonte, Giusy Garieri, Antonio Manno, Caterina Mellace, Massimo Sestito, affidati al responsabile del progetto Andrea Romano, e la pedagogista del CCS, Cristina Marino. I genitori, ai quali era stata chiesta collaborazione attraverso la sigla di un vero e proprio “patto di responsabilità reciproca”, hanno risposto con grande entusiasmo dichiarandosi soddisfatti delle modalità di partecipazione e del perseguimento dell’obiettivo sociale raggiunto.
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