Rogo mortale a Catanzaro, la famiglia Corasoniti 'ostaggio' di una casa “a metà”

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images Rogo mortale a Catanzaro, la famiglia Corasoniti 'ostaggio' di una casa “a metà”

  06 dicembre 2023 15:38

di TERESA ALOI

Comunicazioni inevase. Appelli non raccolti. E oggi l'ennesima lettera indirizzata al Comune di Catanzaro e all'Aterp. 

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Una storia senza fine quella della famiglia Corasoniti che, a distanza di poco più di un anno dalla tragedia in cui hanno perso tre dei loro 5 figli - Saverio, Aldo Pio e Mattia,  22,16 e 12 anni - nell'incendio che ha distrutto il loro appartamento nel quartiere Pistoia, non riesce a ritrovare serenità.

Perché "nonostante la consegna dell’immobile sia avvenuta nei tempi previsti, lo stesso - scrive l'avvocato che rappresenta la famiglia, Giovanni Fioresta - è ancora inutilizzabile da circa la metà del nucleo famigliare affidatario".

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"Ed invero - si legge nella lettera inviata stamattina -  come certamente a conoscenza dei competenti uffici, Rita Mazzei e la figlia Zaira  sono invalide al 100% con gravi difficoltà deambulatorie, causate delle ustioni subite nel corso dell’incendio. A seguito dei numerosi ed ampiamente diffusi comunicati stampa, relativi all’utilizzo di ingenti somme di denaro (pari ad oltre € 20.000,00) finalizzate alla ristrutturazione dell’appartamento da assegnare, ci si attendeva di trovare un immobile idoneo all’uso ed immediatamente fruibile".

In poche parole, per espletare le normali funzioni fisiologiche, nonché anche solo per lavarsi, Vitaliano Corasoniti "è costretto a posizionare la moglie su una sedia, sollevarla e posizionarla all'interno della vasca: è veramente vergognoso che nel 2023 una Pubblica Amministrazione non sia in grado di garantire i diritti fondamentali ad un nucleo familiare fragilissimo".

L'auspicio è che " i soggetti preposti alla tutela dei cittadini più fragili intervengano per tentare di mitigare la situazione dannosa, dimostrando quantomeno un minimo di programmazione ed aderenza alle
reali esigenze della popolazione". 

E se tutto ciò non accadrà,  l'avvocato promette di agire "giudizialmente per tutelare le ragioni della famiglia che si trova costretta a vivere senza la possibilità di lavarsi, a causa della miope e frettolosa ristrutturazione dell’immobile che non ha tenuto conto delle loro specifiche esigenze".

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